Lo pseudonimo dell'autore di L'accusa, il libro sugli orrori della vita nella Corea del Nord che uscirà il 30 marzo per i tipi di Rizzoli, è Bandi, ma molti lo chiamano già il nuovo Solgenitsyn: come il grande scrittore russo attirò l'attenzione del mondo sui gulag sovietici, così il misterioso scrittore coreano, di cui solo pochissimi conoscono il vero nome, per proteggerlo dalle rappresaglie del regime, racconta come gli abitanti dell'ultima dittatura stalinista vivano praticamente in schiavitù: in uno dei brani, per esempio, si racconta come una donna venne programmata per piangere la morte del grande leader Kim Il-sung (il fondatore della dinastia) proprio mentre suo marito stava morendo in un campo di concentramento. Non meno straordinaria del suo contenuto è la storia di come questo libro è arrivato fino a noi. A rivelarne per prima l'esistenza a Do Hee-Yooun, un avvocato dei diritti umani, fu nel 2012 una donna che era riuscita a fuggire dalla Corea del Nord in Cina. Prima che partisse - raccontò un suo parente l'aveva pregata di portare con sé un manoscritto di 743 pagine, in cui aveva descritto in 7 racconti la tragedia del suo Paese. La donna non accettò, perché se fosse stata catturata rischiava la fucilazione, ma rivelò a Do nome e indirizzo dell'autore. Persuaso dei benefici che il libro avrebbe potuto recare alla sua causa, l'attivista riuscì a contattare Bandi attraverso un emissario e a contrabbandare l'opera attraverso il confine nascondendola in una partita di propaganda nordista.
Contrariamente alle aspettative di Do, il manoscritto fu accolto con una certa diffidenza dagli editori di Seul, perché molti dubitavano che Bandi esistesse. La prima edizione in coreano uscì solo nel 2014, senza suscitare grande eco. Soltanto due anni più tardi, quando l'attivista ne fece fare una traduzione in francese, ebbe finalmente la diffusione che meritava. Nel giro di due anni, è stato tradotto in 18 lingue, e pubblicato in 20 Paesi. Il 28, 29 e 30 marzo gli sarà dedicato un evento internazionale a Seul e, contemporaneamente, arriverà anche in Italia. Do ha mostrato l'originale del manoscritto a tutti gli editori e giornalisti interessati, ma non ha mai permesso che venisse fotografato per paura che i nordcoreani riuscissero a identificare l'autore attraverso la calligrafia. Ha modificato anche i nomi dei protagonisti delle storie, sebbene sia quasi certo che questa precauzione fosse già stata presa dallo stesso Bandi. Per informare l'autore dei progressi del suo libro, che tra l'altro frutterà milioni in diritti d'autore, Do ne parla spesso alla radio di Seul, il cui ascolto è peraltro vietato al Nord.
Per adesso, non risulta che Bandi, che dovrebbe essere un uomo ormai vicino ai settant'anni, sia stato scoperto, ma a mano a mano che L'accusa si diffonde nel mondo, il pericolo per lui aumenta: il libro è infatti un formidabile atto di accusa contro un regime che, proprio in questi giorni sta provocando il mondo intero con lanci di missili ed esperimenti nucleari.
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