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De Benoist e Molnar, il sacro è nell'uomo

De Benoist e Molnar, il sacro è nell'uomo

«Quando si smette di credere in Dio si comincia a credere a tutto». Così G.K. Chesterton, quasi un secolo fa, stigmatizzava la diffusione di un agnosticismo crescente e l'abbandono delle pratiche religiose che per millenni avevano scandito il respiro della civiltà. La profezia dello scrittore britannico è confermata dal dilagare di maghi, astrologhi e affini... A quella che Nietzsche, in modo eccellente, definì «la morte di Dio» è dedicato un volume che ora (uscì nel 1992) torna in libreria: L'eclisse del sacro (Edizioni Pagine, pagg. 296, euro 18) scritto a quattro amni da Alain de Benoist e Thomas Molnar, francese di spiritualità «pagana» e già animatore negli anni '70 della Nouvelle Droite il primo, filosofo cattolico ungherese trapiantato in Usa il secondo.

Innanzitutto, è necessario definire il tema della discussione: cos'è il sacro? Come si manifesta nel mondo? Qual è la sua funzione? Per de Benoist il sacro è una realtà percepibile nella natura, mentre per Molnar è legato all'Incarnazione di Cristo, ma un denominatore comune può arrivare da una definizione in negativo: il sacro non può essere il profano, ed è sempre una realtà superiore a quella umana, o una via d'accesso a tale realtà; il sacro non si inventa: sorge.

Il confronto tra i due intellettuali, separati da una visione del mondo diversa ma uniti dalla comune preoccupazione per un mondo desacralizzato, passa in rassegna le numerose conseguenze negative di una società come quella moderna, che per la prima volta nella storia rifiuta categoricamente qualsiasi riferimento a un ordine superiore e concentra tutte le sue attenzioni unicamente verso i desideri, che diventano diritti, dei singoli. Lontani da qualsiasi moralismo, de Benoist e Molnar affondando il bisturi dove la malattia è più grave e i sintomi sono più evidenti: liberato dall'idea di Dio, l'uomo occidentale non è mai stato così legato all'effimero e al transitorio. Certo, se si scende nel concreto, Molnar ha buon gioco a ironizzare sulla restaurazione di un nuovo paganesimo, chiedendosi chi potrebbero esserne gli officianti: forse i Druidi di Asterix? Mentre de Benoist, dal canto suo replica accusando il Cristianesimo di aver desacralizzato il mondo.

Una conclusione, comunque, è condivisa: la religione è inseparabile dall'uomo, e il sacro compenetra l'universo.

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