In attesa che da Berlino arrivi l'ultimo capolavoro di Wim Wenders, questo 50 sfumature di grigio si candida a peggior film della stagione. Un pacco micidiale sotto ogni punto di vista. La storia, stranota anche ai bambini dell'asilo, è ridicola, i dialoghi sono agghiaccianti, erotismo ce n'è di più negli albi di Topolino , i due protagonisti sono molto più cani che carini.
Dunque, per chi fosse appena tornato da Marte, il ventisettenne fascinoso arcimilionario Christian Grey s'innamora a prima vista della studentessa di Letteratura inglese Anastasia Steele, giunta in auto a Seattle nel grattacielo del paperone, a intervistarlo per conto del giornalino scolastico. E anche se dopo la prima domanda («A cosa serve il successo?») chiunque la sbatterebbe fuori, lui si lascia fare anche la seconda: «Il suo cuore è più grande di quanto vuol far credere?». Il giovanotto non è solo un guru della finanza, ma deve aver letto molto se, ribaltando i ruoli, chiede all'intervistatrice: «Lei è stata conquistata da Emily Brontë, Jane Austen o Thomas Hardy?».
I due si congedano, ma Christian ormai non riesce a togliersela dalla testa. Anche se non ha l'indirizzo, la raggiunge miracolosamente a Portland nel negozio di ferramenta dove lei è commessa, intenerendola a suon di sguardi. Però chiarisce subito: «Non sono l'uomo per te». Poi le lancia un'ermetica profezia: «Se fossi mia, non potresti sederti per una settimana». Per capirne il significato, basta aspettare un'ora abbondante (di clamorosi sbadigli), dopo che il signorotto si sarà rivelato la caricatura del marchese de Sade. È la cosiddetta «stanza dei giochi» il luogo dove lo scrupoloso sciupafemmine conduce le sue vittime, quindici fino all'ultima conquista, dichiaratasi sorprendentemente intonsa pulzella. Al punto da ricevere un solenne giuramento: «Non ti toccherò prima di avere il tuo consenso scritto». Lo spirito notarile si accompagna in Christian a un animo delicato, che gli fa soavemente esclamare: «Io non faccio l'amore, io scopo forte». Ammaliata da tanto poetico ardore, la vezzosa laureanda accetta di entrare nell'alcova. Che meraviglia: su ogni parete fanno tappezzeria frustini, lacci, maschere, manette e tutto il classico armamentario delle perversioni sentimentali.
Finalmente lei cede, anche se il contratto non è stato ancora firmato, dolendosi soltanto che il partner le abbia spiegato che i loro letti saranno inesorabilmente divisi, almeno, nelle rare pause da dedicare al sonno. Le manfrine sessuali si trascinano oltre ogni sopportazione, senza che, avvertenza d'obbligo, i due calienti amanti si mostrino integralmente nudi. In soldoni: il bel tenebroso Jamie Dornan, già visto con l'identica espressione ebete nel serial tv The Fall , esibisce a più riprese pettorali e culetto; la figlia d'arte Dakota Johnson, che nella recitazione ha preso, che sfiga, più da papà Don Johnson che da mamma Melanie Griffith, sfodera pur essa il lato B e le tette terza misura. Stop.
Si diceva del contratto, vertice dell'umorismo involontario. La fanciulla boccia le pinze vaginali. Con encomiabile candore s'informa: «Cosa sono i dilatatori anali?». Accetta invece con entusiasmo le sospensioni, vedendosi già appesa al soffitto per il reciproco piacere.
Nel frattempo ha ricevuto in dono dal munifico dongiovanni una fuoriserie rossa. Ma sul più bello quello, tenendo fede al vaticinio, le affibbia là dove non batte il sole sei scudisciate da stendere un toro. Costringendo l'incauta innamorata a non sedersi più. Probabilmente fino al prossimo film.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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