Arriva dalla Sicilia nella brumosa Milano di metà anni Sessanta. Non conosce nessuno ma bazzica galleria Vittorio Emanuele dove ciondolano, chitarra e spartiti alla mano, musicisti in cerca di ingaggio. La sua idea fissa è quello di incidere un disco e ci riesce. È un «flexy», un 45 giri in plastica morbida, anziché in vinile, su cui giovani aspiranti al successo proponevano cover di artisti importanti.
È il 20 febbraio 1965 e la canzone, che esce sul lato A del disco, è L'amore è partito di Beppe Cardile (sul retro c'è un brano della premiata coppia Gian Pieretti-Ricky Gianco interpretata da Dani Address). In copertina lui è tutto vestito di nero, quasi volesse dimostrare la sua anima esistenzialista, e gioca bene le sue carte con la sua voce dai toni medio-bassi. Poi si fa ingolosire da un annuncio che recita: «Cercasi voci nuove» e registra un altro singolo di plastica che sarebbe uscito in allegato alla rivista Nuova Enigmistica Tascabile come omaggio ai lettori. Questa volta incide E più ti amo, di Alain Barrière, sottolineando ancora di più il suo legame con la canzone francese. L'avete riconosciuto? È Franco Battiato (allora era Francesco Battiato) come lo racconta Fabio Zuffanti nell'interessante volume Battiato e la voce del padrone (Arcana, 317 pagg. euro 19,50) con sottotitolo 1945 - 1982: nascita, ascesa e consacrazione del fenomeno.
Non sembrino al lettore di scarsa importanza questi aneddoti sugli inizi di Battiato, perché il cantautore è molto legato a quel periodo, tanto che, nel 2008, in Fleurs 2, riprenderà alla sua maniera proprio E più ti amo. C'è qui il Battiato meno conosciuto ma già sperimentale, quello degli album Fetus e Pollution, quello i cui concerti del 1972 sconvolgono e violentano il pubblico scatenando furiose discussioni sui giornali specializzati. Su Ciao 2001 si scriveva di un concerto di Battiato e della sua band al Piper di Roma: «Il feto è venuto alla luce e l'infezione l'ha immediatamente contaminato; questo annuncia l'agghiacciante rumoreggiare sonoro che apre lo spettacolo, mettendo subito in azione ben due sintetizzatori».
Un percorso affascinante e pieno di notizie e di curiosità dunque, che rivela una volta
di più Franco Battiato come personaggio unico nel mondo della musica italiana, e già alle prese, nel 1972, con il misticismo e con la meditazione insieme al violinista (assunto per il tour di Fetus) Aldo «Aldous» Telesca.
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