Ecco un libro utile oltre che interessante. In questo momento decisivo è importante ripassare i fondamentali del pensiero liberale ma soprattutto riflettere sulle sfide imposte dalla contemporaneità. La disuguaglianza fa bene. Manuale di sopravvivenza per un liberista di Nicola Porro, vicedirettore del Giornale e conduttore di Matrix su Canale 5, è un ottimo punto di partenza (il saggio edito da La nave di Teseo esce il 15 settembre, presentazione a Pordenonelegge domenica prossima). I liberali, per rafforzare la propria voce, devono misurarsi con temi nuovi. Indubbiamente scagliarsi contro le tasse o la burocrazia o l'invadenza legislativa è sempre cosa buona e giusta. Ma ormai, a parole, lo fanno tutti. Il messaggio è arrivato ai cittadini di buonsenso. Ora servono risposte concrete su altre questioni centrali, che Porro ricorda nell'Introduzione. L'immigrazione, ad esempio. Come conciliare la libertà di movimento con la necessità di non esserne travolti? L'integrazione: come si concilia la libertà di coltivare le proprie tradizioni, rivendicata dagli immigrati, con la necessità di conservare le nostre? Le istituzioni finanziarie, soprattutto le banche: come comportarsi nel mondo globalizzato in cui alcune nazioni salvano le proprie? Si lasciano fallire le nostre o si accetta l'intervento dello Stato? Senza dimenticare la Rete che pone dilemmi inediti, dalla privacy ai monopoli. Cosa sono, in termini culturali ma anche giuridici, colossi come Facebook e Google? Si capisce la rilevanza politica del libro di Porro...
L'autore ha l'intelligenza di porre domande difficili senza prospettare soluzioni facili. Ci vuole tempo (speriamo non troppo). Intanto La disuguaglianza fa bene è una guida per orientarsi in un'epoca in cui tutto cambia. Per orientare il cambiamento, nulla di meglio dei principi e degli autori che emergono dalla biblioteca liberale raccolta in questo libro (e prima, in forma di fulminanti interventi, sulle pagine del nostro inserto Controcultura). Porro passa in rassegna i classici di Einaudi, degli austriaci, dei libertari. Racconta editori eroici come Rubbettino e Liberilibri. Propone i saggi di maestri come Dario Antiseri e Sergio Ricossa. C'è un pensiero al servizio dell'individuo. Non diffonderlo è criminale.
Eppure in Italia è stato emarginato dalla sinistra che, a furia di scomuniche ideologiche, ha condotto la cultura italiana alla sterilità (con le debite eccezioni). Quei tempi sono finiti. La destra liberale però deve aggiornarsi. Si può cominciare da queste pagine.
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