Sulla sua strada un miracolo l'ha già fatto: battere i super quotati talk politici Ballarò e diMartedì . Safiria Leccese, nell'ultimo giorno in cui sono stati resi pubblici gli ascolti televisivi prima dello stop deciso a seguito del caos del campione Auditel, ha fatto in tempo a battezzare alla grande la nuova (e seconda) edizione del suo programma, La strada dei miracoli , appunto. La prima puntata, andata in onda martedì su Rete 4, ha realizzato infatti il 6,3 per cento di share contro il 5,5 dello show di Giannini su Raitre e il 4,9 di quello di Floris su La7. Un altro smacco per i due giornalisti vip, che prima si sono visti battere da Rambo (il film, per quattro volte consecutive) e poi dalla Madonna di Medjugorje. Beh, in effetti, non erano sfidanti di così piccola caratura...
Insomma, Safiria, anche lei fa i miracoli?
«Se la prendiamo con il sorriso, diciamo di sì. Questo risultato ci ha fatto molto piacere, soprattutto perché andiamo in onda in una serata, il martedì, con forti competitor. Ma da giornalisti navigati restiamo con i piedi per terra, sappiamo che la televisione è un campo difficile e in continuo movimento».
Secondo lei, sono i talk politici a essere in crisi o è aumentato il bisogno di spiritualità?
«Propendo per la seconda spiegazione. Il nostro programma va a intercettare quella parte di noi che si meraviglia ancora. Miracolo significa stupore. Non sono solo i credenti a seguirci, anche gli atei. E non è una fuga dalla realtà, anzi è un'indagine su fenomeni veri. Quando una bambina che doveva nascere completamente handicappata (con referti medici alla mano) viene alla luce sana, ti poni delle domande».
La sua trasmissione sembra un incrocio tra Frontiere dello Spirito e Quarto grado ...
«Il che è un complimento. Cerchiamo di trattare gli argomenti con rigore scientifico, indagini accurate, in una veste un po' pop».
E di cavalcare argomenti scottanti come il coming out di Monsignor Charamsa...
«Nessun giornalista rinuncerebbe a intervistare un uomo che ha causato un tale sconquasso in Vaticano. Noi siamo andati a trovarlo a Barcellona».
Che idea si è fatta di lui?
«Che aveva studiato e pianificato tutto, modi e tempi per fare quella confessione, poco prima del Sinodo, con il libro pronto... non mi è piaciuto».
Non è semplice distinguere tra miracolo e tentativi di abbindolare menti più ingenue...
«Infatti noi cerchiamo di porre molta attenzione a come trattiamo gli argomenti, con estrema prudenza e grande rispetto, mettendo a confronto un fenomeno con quello che dice la Chiesa ufficiale e facendo intervenire degli esperti. Non è la stessa cosa trattare di Padre Pio o dell'ultima apparizione della Madonna avvenuta in un paesino sperduto, però se migliaia di persone vanno a pregare in quel paesino noi dobbiamo raccontare la vicenda».
Ma lei crede ai miracoli?
«Certo che sì. E lo dico prima di tutto da madre che ha assistito al miracolo di dare la vita. E se poi penso a tutte le storie che ho sentito e le persone meravigliose che ho incontrato, non posso non crederci».
È cattolica praticante?
«Non importa se io lo sia o meno. Nel programma porto la mia professionalità, i miei valori e l'esperienza di 17 anni di giornalismo televisivo. Certo è che io dedico molto tempo alla ricerca spirituale, molto più di quello che dedico al benessere del mio fisico».
Lei ha fatto la cronista di nera, poi parlamentare. Come è arrivata a raccontare i miracoli?
«Con un provino... dopo tanti anni di lavoro a Mediaset mi sono messa in fila con tanti altri giornalisti ai casting. Mi sento privilegiata per essere stata scelta, perché questo programma mette insieme tutti i miei interessi».
È più interessante occuparsi dei politici o dei miracoli?
«Direi, battuta scontata, che la politica ha bisogno di un miracolo».
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