Barbara D'Urso risponde duramente alle accuse che ieri le sono state mosse da Michele Canfora. Dall'ex marito è stata, infatti, denunciata per non avergli versato l'assegno mensile. "Non sono il carnefice, ma la vittima - tuona la conduttrice di Canale 5 - lui mi ha tradita e si è rifatto una vita con un'altra donna".
La D’Urso è finita nel registro degli indagati della Procura di Roma per violazione degli obblighi di assistenza familiare. Si tratta, in base a quanto filtra da piazzale Clodio, di un atto dovuto in relazione ad una denuncia presentata dall’ex marito Michele Carfora che lamenta il mancato pagamento dell’assegno mensile da mille euro stabilito dal giudice civile al termine del processo di primo grado dopo il divorzio avvenuto nel 2008. Il procedimento è stato affidato al pm Vincenzo Barba. Al momento non è stata ancora svolta alcuna attività istruttoria, ma non è escluso che la D’Urso possa essere in futuro ascoltata dagli inquirenti. Nella denuncia Carfora affermerebbe che la conduttrice non ha versato una cifra totale di 40 mila euro. "Dico no a passare per una che non rispetta la legge e non paga gli alimenti - replica la D'Urso in una intervista alla Stampa - proprio io, che mi batto sempre in nome della giustizia per difendere le donne vittime dei soprusi".
La D'Urso è obbligata a versare mille euro al mese,anche se la causa non si è ancora conclusa dal momento che ha presentato ricorso in appello. Non ci sta, dunque, a passare il carnefice quando in realtà è solo la vittima: "Il mio ex marito non solo mi ha tradito, tanto da indurmi a chiedere la separazione con addebito, ma si è rifatto una vita con un'altra donna dalla quale ha avuto una figlia che ora ha tre anni". La loro vicenda sentimentale risale al 2002, quando i due decisero di sposarsi. Nel 2006 arrivò la crisi e i conseguenti strascichi giudiziari legati al divorzio.
"La vicenda giudiziaria non è ancora terminata - ribadisce Paolo Colosimo, l'avvocato che assiste la conduttrice - mentre infatti la mia cliente e l'ex marito siglarono la separazione consensuale stabilendo che ciascuna della parti provvedesse autonomamente al proprio mantenimento, in sede di divorzio il giudice civile sancì la necessità che la signora elargisse un assegno mensile di mille euro. Decisione contro la quale è attualmente pendente un ricorso, presso la Corte d'Appello di Roma".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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