L'albero di Magnolia dà molti frutti. E ramifica in quasi tutti i giardini della televisione italiana. Il giardino di Viale Mazzini. Il giardino di La7. Il giardino di Sky. Nella polemica di questi giorni su Pechino Express, il nuovo reality game condotto da Emanuele Filiberto di Savoia (dieci coppie di vip e non vip che, con soli due euro al giorno, devono andare dalle sorgenti del Gange a Pechino), ci si è soffermati sulla collocazione al giovedì, nella serata che Raidue ha sempre dedicato all'informazione con Michele Santoro, ora passato a La7. Così, si è detto, la Rai rinuncia all'approfondimento dell'attualità e al ruolo di servizio pubblico. L'altro giorno, Giancarlo Leone, direttore per l'Intrattenimento della tv pubblica, ha twittato che «chi lamenta la presenza di Pechino Express contro Santoro, non considera che se Raidue avesse il programma informativo, mai andrebbe di giovedì». Fuochino. Anzi, acqua.
Fino a qualche settimana fa, sia in Cda che alla presentazione dei palinsesti autunnali, si è sempre parlato di «spazio informativo». Solo da pochi giorni si è fatta la scelta, peraltro plausibile, di un programma di genere diverso per puntare a un pubblico più giovane e femminile. La mission è diversificare. Perfetto. Dove la parola d'ordine non vale è nella fabbrica dei programmi, in concorrenza nel fatidico giovedì sera. È qui che l'acqua, o anche il fuochino, si trasformano in un incendio. Se, per esempio, invece di parlare, a volte in modo maniacale di Santoro, si considera la Piazza Pulita di Formigli, ci si accorge che, insieme con X Factor in onda su SkyUno, i tre programmi di punta del giovedì sono tutti prodotti da Magnolia. Fondata nel 2001 da Giorgio Gori che nell'autunno scorso ha lasciato le cariche per dedicarsi alla comunicazione del rottamatore del Pd Matteo Renzi, Magnolia è, come si legge nel sito, la «società di produzione televisiva indipendente leader nella creazione, produzione, adattamento di format di intrattenimento per i principali network televisivi in Italia». Qualche settimana fa Antonello Perricone, ex amministratore delegato di Rcs, ne è stato nominato presidente al posto di David Frank, Ceo della capogruppo Zodiak Media, che aveva temporaneamente assunto la carica dopo l'abbandono di Gori. Il quale, tuttavia, conserva l'ufficio nello stesso palazzo dove ha sede la sua ex società e una quota di azioni nella Zodiak. Amministratore delegato dal marzo 2011, è invece Ilaria Dallatana, guida operativa dell'azienda. Sempre sul sito ufficiale della società si trova un Codice etico che dedica dei paragrafi alla «Correttezza in caso di conflitti d'interesse» e alla «Lealtà nella concorrenza».
In vacanza all'estero, le polemiche sulla collocazione di Pechino Express Dallatana se le porta dietro dal giorno della partenza. Il conflitto d'interessi fra i tre programmi a firma Magnolia in onda in contemporanea, invece viene a galla nella telefonata con Il Giornale. «Non siamo noi a fare i palinsesti della Rai o delle altre reti - sottolinea l'ad della società -. All'inizio, Pechino Express era previsto in un'altra serata». Ma nessuno si è accorto che Piazza Pulita su La7, X Factor su Sky e ora il reality di Raidue sono tutta roba vostra? «Anch'io non sono convinta di questa situazione. Piazza Pulita c'era già l'anno scorso e speriamo che si consolidi. X Factor lo coproduciamo con Fremantle che è proprietaria del marchio. Prima lo producevamo con la Rai. Pechino Express è un format post-prodotto». Ma se una qualsiasi di queste tre emittenti vuole spingere il suo programma per affossare la concorrenza, cioè un altro programma vostro, come vi comportate? «Noi lavoriamo ad ognuno come se fosse l'unico. Sono format che si rivolgono a pubblici diversi. E ci sono squadre di autori e di tecnici diverse. Anche perché non tutti sono bravi a fare tutto». Anche lei concorderà che è un bel groviglio. «Messo così sì. Ma la definizione dei palinsesti è spesso complicatissima. Ci sono tante variabili, compatibilità e concorrenze di cui tener conto. E ci sono caselle ancora da riempire». Dunque? «Dunque, è stato comunicato il giovedì come giorno di Pechino Express, ma magari cambierà. A fine agosto dobbiamo incontrare nuovamente i dirigenti della Rai». Dove, però, nessuno ha voglia di esporsi.
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