Pinketts «fumettistico» tra yogurt e amanti

Massimiliano Parente

«Sputò nello specchio. Non era saliva. Solo l'ennesima lacrima isterica uscita dalla cavità sbagliata». È trash? È cult? È postmoderno? È di genere? È degenere? Per comprendere Andrea Pinketts bisogna lasciarsi andare al senso della frase, all'ironia senza sosta, ai suoi protagonisti spavaldi come Fred Buscaglione. Niente a che vedere con le storie spompate candidate allo Strega, tanto meno con l'impegno, lui se ne frega, giustamente. Viene ripubblicato, intanto, un suo libro di racconti, Sangue di Yogurt (Lastaria Edizioni), con in copertina un ritratto di Pinketts che vomita yogurt di Alexia Solazzo, sua amante storica, l'unica cosa che gli interessi («Se recensisci il libro cita Alexia, del resto non mi frega niente», mi fa al telefono, quindi potrei anche finirla qui), una cosa molto da Pinketts.

Quattro storie di emarginazioni singolari: un serial killer in Francia uccide tutte le Miss Yogurt e due giornalisti investigativi si trovano invischiati in losche vicende, una storia narrata da un papero che racconta anche l'America degli anni Cinquanta e il maccartismo, il sodalizio tra una giovane modella e un riccio, un uomo che trent'anni fa bruciava i bambini e oggi brucia i trentenni. Vicende surreali e fumettistiche (come del resto da un'idea per un fumetto nasce il racconto dei paperi), montaggio e ritmo da serie tv, e sempre col suddetto senso della frase, lo sforzo di reinvenzione delle metafore e delle frasi fatte, insomma a ogni paragone una sorpresa. Esempio: «Non più inverno, non ancora primavera. Una stagione titubante come un ex alcolizzato di fronte a una birra». Pinketts o piace o non piace, perché in ogni caso non è anonimo, perché, sentite qui: «L'anonimato uccide. Colpisce nel momento più impensato. Ti siedi su un water e vieni ingoiato da un imbuto con cui il dimenticatoio ti fa un clistere».

Per i lettori o si avvicina troppo al delirio, o è geniale e pop e postmoderno, mentre forse la più verace definizione di Pinketts l'ha data lui stesso nel risvolto di copertina: «Scrive prevalentemente romanzi noir secondo uno stile unico, originale e genialmente trasversale quindi contaminazione alta, bassa e con effetti collaterali».

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