Da Robocop a War Games il remake ruggisce ancora

Da Robocop a War Games il remake ruggisce ancora

«L'originalità consiste nel tornare alle origini». Questo motto di Antoni Gaudí, geniale e originalissimo architetto spagnolo, potrebbe diventare anche quello della rinnovata Metro-Goldwyn-Mayer, la gloriosa casa di produzione del ruggito del leone che, dopo la bancarotta di due anni fa, cerca il rilancio ripescando nella tradizione. Forte dei diritti su più di 4mila film la Mgm sta producendo numerosi e diversi remake tutti ispirati a pellicole di successo degli anni '80. Prepariamoci dunque a un'invasione di titoli amati da varie generazioni come Robocop, Carrie - Lo sguardo di Satana, Alba rossa, War Games - Giochi di guerra, Poltergeist - Demoniache presenze. Insomma un concentrato puro dei tanto vituperati anni '80 e una risposta fuori tempo massimo alla celebre canzone in cui Raf si chiedeva cosa resterà di quel periodo.
Ma amarcord a parte c'è da considerare che son passati all'incirca trent'anni e il mondo è completamente cambiato. Così anche la Mgm si deve adeguare e modificare un po' le sue storie. Come quella di Alba rossa in cui John Milius immaginava un'invasione degli Stati Uniti da parte delle truppe sovietiche.
Ma ora che la Guerra fredda è finita sui libri di scuola e che il Muro di Berlino è crollato, i nuovi nemici nel remake diretto da Dan Bradley (un esordiente che viene dal mondo degli stuntman) sono i nordcoreani (pare che all'inizio si fosse pensato ai cinesi ma forse meglio non irritarli) che un gruppo di studenti capitanati da un Marine in licenza cercherà di scacciare dalla loro cittadina. Intanto, nell'attesa che il film esca, due dei protagonisti sono diventati tra gli attori più richiesti a Hollywood, Chris Hemsworth, il nuovo Thor cinematografico, e Josh Hutcherson la star di Hunger Games.
A essere irrimediabilmente modernizzato sarà pure Robocop che, al contrario dell'originale di Paul Verhoeven (di cui è già uscito negli Usa ai primi di agosto il remake di Atto di forza), non mostrerà un unico superpoliziotto rinascere ciberneticamente ma lo vedremo addirittura sdoppiato in quattro versioni come un Transformer qualsiasi. Diretto dal brasiliano José Padilha, regista di Tropa de elite, il nuovo Robocop ha un cast di tutto rispetto con Joel Kinnaman nel ruolo del poliziotto insieme a Gary Oldman, Samuel L. Jackson e a un inedito Dr. House Hugh Laurie nei panni del cattivo.
Rimaneggiamenti in corso anche per il romanzo di Stephen King da cui Brian De Palma trasse il notevole Carrie - Lo sguardo di Satana. Ora il remake diretto da Kimberly Perice, regista di Boys don't cry, su una sceneggiatura di Roberto Aguirre-Sacasa, tenterà di adattarlo ai giorni nostri concentrandosi sulle dinamiche psicologiche interne della protagonista un po' come ne Il cigno nero. Almeno stando a quanto ha dichiarato Chloe Moretz, l'attrice di Hugo Cabret e Dark Shadows, che vestirà i panni della giovane Carrie mentre la madre ossessiva e fanatica religiosa sarà interpretata da Julianne Moore.
E in tema di thriller-horror ecco che riprenderanno forma i popolosi fantasmi d'una casa costruita su un luogo sacro con cui dovranno fare i conti marito e moglie e soprattutto la loro figlia. Si tratta del remake di Poltergeist, il classico diretto da Tobe Hooper e scritto da Steven Spielberg, di cui Sam Raimi (Spider-Man) curerà la produzione esecutiva con pieni poteri nella scelta del regista. Intanto ha affidato la sceneggiatura a David Lindsay-Abaire con cui ha lavorato per il suo nuovo film Il grande e potente Oz, non un remake stavolta ma un prequel de Il mago di Oz.
Appare invece come un'impresa disperata il tentativo del rifacimento di War Games da parte di Seth Gordon che ha diretto il recente e fortunato Come ammazzare il capo... e vivere felici. Non tanto perché il sequel del 2008 non è neanche uscito in sala ma solo in dvd quanto perché non esiste più - fortunatamente - una paura così forte del rischio nucleare e l'idea, oggi, di una «guerra termonucleare globale», innescata via computer usando come modem la cornetta del telefono da un inconsapevole studente interpretato da Matthew Broderick nell'originale di John Badham, appare un po' ingenua e datata.


Certo anche qui lo sceneggiatore Noah Oppenheim, specializzatosi nei remake (sta riscrivendo 1984), può avere gioco facile ad attualizzare il soggetto ma volete mettere la strana atmosfera di quegli anni con Ronald Reagan, la corsa agli armamenti, gli euromissili, l'Unione Sovietica sempre minacciosa, la paurosa autodeterminazione di computer grandi come stanze...

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