Come finirà la guerra tra clan che insanguina Napoli? Avranno la meglio i Savastano o i Conte? Il doppiogioco trasformerà Ciro di Marzio in un boss o in un cadavere? Lo sapremo nella seconda stagione di Gomorra - La serie, già in fase di scrittura, come fa sapere il regista Stefano Sollima sul suo profilo Twitter. Martedì si è conclusa la prima stagione, su Sky Atlantic HD, forte di numeri record: 875mila spettatori per l'episodio finale, 3% di share, 13700 tweet.
Ecco, i tweet. Non pochi sono dedicati a uno dei punti di forza di Gomorra - La serie, forse non il più appariscente ma tra i più importanti: la colonna sonora, originale e non, notata con crescente curiosità da tutti gli appassionati di musica. Che ora vorrebbero proseguire nell'ascolto. Ecco tutte le indicazioni per rintracciare (legalmente) canzoni e relativi musicisti.
La colonna sonora originale è opera di una band romana, i Mokadelic alias Alessio Mecozzi, Cristian Marras, Alberto Broccatelli, Maurizio Mazzenga e Luca Novelli. Il brano cardine, l'emozionante Doomed to Life, è disponibile da ieri nei negozi on line e anche nei maggiori siti di streaming. I suoni acidi e distorti, su base elettro-acustica, rimandano al cosiddetto post-rock di gruppi come Mogwai o Tortoise. Ma possono ricordare anche il maestro della musica d'ambiente, Brian Eno. Siderale la distanza dalla musica da film, tra l'altro quasi sempre eccellente, talvolta straordinaria, a cui siamo abituati in Italia. Dalla tradizione, i Mokadelic però ereditano solo il coraggio di sperimentare (già, l'avanguardia musicale in Italia si è sempre fatta al cinema e spesso si chiamava Ennio Morricone, provate ad ascoltare la stupefacente raccolta Crime and Dissonance, Ipecac Records). I Mokadelic hanno esordito nel 2001 con Moka Ep, I plan on leaving tomorrow (2002) è il loro primo cd autoprodotto, hanno composto altre colonne sonore tra cui quella (bellissima) di ACAB, film di Stefano Sollima del 2011. E proprio Stefano Sollima li ha voluti in Gomorra - La serie. La saga dei Savastano è stata venduta in 60 Paesi: per i Mokadelic potrebbe essere la rampa di lancio verso il mondo. Il disco è in arrivo, come dice il gruppo al Giornale: «Prossimamente sarà disponibile la colonna sonora della serie, siamo in fase di definizione della data di uscita dell'album. Di certo è nostro obiettivo principale rendere al meglio la musica anche per chi la ascolterà al di là delle scene».
Chi credeva che la capitale del rap italiano fosse Milano in Gomorra - La serie ha visto schiantarsi a terra tutte le sue convinzioni. Sarà che il napoletano si presta meglio rispetto all'italiano, in ogni caso come suono, metrica, scansione ritmica non c'è gara tra i vari Club Dogo e i rapper cresciuti all'ombra del Vesuvio. Che qui sono gli attualmente disciolti Co'Sang (Fin quanno vai'n cielo, Int o'rione, Povera mmano). NTO', un tempo nei Co'Sang, insieme con Lucariello in Nuje volimme 'na speranza, sigla di coda. E un Rocco Hunt pre-Sanremo (L'ammore over, L'ultimo viaggio). Tutti questi brani sono facilmente reperibili nei negozi on line e siti di streaming.
I Co'Sang, Antonio Riccardi e Luca Imprudente, sono stati la voce di Marianella, a un passo da Secondigliano. Poca politica, molta attenzione nel raccontare il clima di violenza che si respira a Napoli, sono lo specchio di una realtà soffocante. Hanno fatto scelte opposte rispetto a chi si è «arruolato», ma parlano quel linguaggio: e per questo nella serie i loro durissimi brani sono inni anche per le reclute della camorra. Il salernitano Rocco Hunt, 19 anni, si è portato a casa l'ultimo Sanremo Giovani con Nu juorno buono, e descrive la realtà della terra dei fuochi. Molto meno ruvido dei Co'Sang, è destinato al successo nazionale.
Tra i brani non originali, compaiono, con studiato e riuscito effetto, anche quelli di alcuni cantanti neo-melodici, un fenomeno tutto napoletano, star in Campania, sconosciuti o quasi nel resto d'Italia. Sono Anthony Ilardo (E chiammalo) e Gaetano Carluccio in arte Alessio (Ancora noi). Quest'ultimo appare anche in una puntata ove esegue la sua canzone d'amore, che assume significati sorprendenti quando associata, nel montaggio, alle immagini del vecchio Savastano rinchiuso in carcere («nel silenzio della notte vuoi morire, / ti manca l'aria non riesci a respirare»). E così anche il testo all'apparenza più scontato, inserito nel contesto della serie, svela piani di lettura insospettabili per chi non sia immerso nella realtà di Napoli.
Anche in questo caso, in rete si trova tutto.Il (post) rock, il rap, il (neo) melodico. E fu così che una serie tv, Gomorra, finì col dare un saggio piuttosto esauriente di quanta musica non banale ci sia in Italia. Con buona pace di talent (?) e affini.
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