Siamo meglio di chi governa? I dubbi di Montanelli...

In "Cialtroni" una serie di ritratti (soprattutto positivi) di politici, dal Risorgimento alla Seconda repubblica

Siamo meglio di chi governa? I dubbi di Montanelli...

La storia è fatta dai grandi personaggi o dalle masse popolari. Vecchia storia alla quale Indro Montanelli ha risposto, nella sua lunga carriera, con una serie di incontri e ritratti entrati nel mito come inimitabili. Montanelli sa che bisogna dosare luci e ombre: un uomo va colto in tutta la sua complessità. Gli eroi hanno un aspetto oscuro e i «cattivi» non sono quasi mai all'esclusivo servizio del Male. Ora una selezione di testi pubblicati tra il 1994 e il 2001 ripropone l'arte unica di Montanelli nel cogliere il carattere dei protagonisti della storia e del presente: Cialtroni. Da Garibaldi a Grillo gli italiani che disfecero l'Italia a cura di Paolo di Paolo, postfazione di Beppe Grillo, Rizzoli, pagg. 240, euro 20. Lasciamo da parte il sorprendente titolo, che non rispecchia i contenuti del libro, e la postfazione fuori luogo di Beppe Grillo (dovuta a un giudizio di Montanelli sul comico, e non certo sul leader di partito, registrata a conclusione del libro). Passiamo direttamente ai pezzi di Montanelli. Il giornalista non aveva cambiato opinione, il Risorgimento, con tutti i suoi limiti, non era stato una Tangentopoli in anticipo e l'impresa dei Mille non era stata frutto dell'accordo fra un leader squattrinato e una banda di traditori. Mazzini fu un maestro del pensiero ma un pessimo politico che agiva come se l'Italia esistesse e non fosse un auspicio. Carlo Cattaneo fu arruolato tra i vincitori ma il suo federalismo fu sempre contrario alla Unità realizzata dai Savoia. Su Pio IX e Giovanni Giolitti è rispettivamente duro e controverso. Ma di certo Indro si guarda bene dal definirli «cialtroni». Più sarcastici sono i ritratti riservati a Benito Mussolini («un saltimbanco») e soprattutto ai suoi gerarchi tra «lo snob vanitoso» Galeazzo Ciano e la macchietta Achille Starace. Grandi elogi sono riservati alla classe politica liberale e cattolica che ha condotto il Paese fuori dalla dittatura, al termine della rovinosa Seconda guerra mondiale: i presidenti della Repubblica di area liberale (Enrico De Nicola e Luigi Einaudi) e i leader cattolici (Don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi).

Negli anni Novanta imperversa Tangentopoli. Montanelli è molto critico verso il Pentapartito ma chiede anche a se stesso e a noi se il Paese sia meglio della classe politica che lo rappresenta. Scontata la risposta. Sfaccettati sono i ritratti di Antonio Di Pietro e Francesco Saverio Borrelli così come quelli dei protagonisti della Seconda repubblica, incluso l'ex amico Silvio Berlusconi descritto come un «Grande Gatsby» all'italiana.

A Umberto Bossi riconosce il merito tutto paradossale di aver provocato la riscoperta della Patria esaltando la spaccatura tra Nord e Sud. L'ironia di Indro risparmia nessuno. Ma di cialtroni, in queste pagine, ce ne sono ben pochi. Per fortuna.

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