A vincere il Festival di Sanremo, in un periodo in cui la polemica sull'immigrazione è ormai all'ordine del giorno, è un 27enne nato in Italia da madre sarda e papà egiziano. Con un brano poco "sanremese". Impossibile quindi che non scoppiasse la bufera da chi sospetta che in qualche modo la sua vittoria sia stata pilotata.
Una bufera divampata soprattutto dopo che sono state pubblicate le percentuali di voto per ogni cantante. Il regolamento, infatti, prevedeva infatti che a determinare la classifica finale incidesse per il 50% il televoto, per il 30% il giudizio dei giornalisti accreditati e per il 20% la giuria d'onore.
Nell'ultima parte della serata i tre finalisti si sono quindi esibiti ancora con un nuovo codice per il televoto. E alla fine, all'annuncio del vincitore, la Rai ha mostrato i voti assegnati da ogni giuria. Si scopre così che Mahmood ha ottenuto appena il 14% da chi ha votato da casa, mentre Il Volo il 39% e Ultimo il 47%. Le altre due giurie hanno assegnato rispettivamene il 63,7%, l'11,6% e il 24,7%. In questo modo la classifica finale ha portato l'italoegiziano a vincere con il 38,9%, il cantante romano al secondo posto con il 35,6% e i "tenorini" al terzo con il 25,5%.
"Un vincitore molto annunciato. Si chiama Maometto, la frasetta in arabo c'è, c'è anche il Ramadan e il narghilè, e il meticciato è assicurato. La canzone importa poco. Avete guardato le facce della giuria d'onore?", si chiede Mariagiovanna Maglie su Twitter. E in molti puntano il dito proprio sugli "esperti": 608px;">Ferzan Ozpetek, Serena Dandini, Beppe Severgnini, Camila Raznovic, Claudia Pandolfi, Joe Bastianich e Mauro Pagani. La maggior parte dichiaratamente schierati a sinistra. Che il Festival senza politica abbia avuto un sussulto proprio nel finale?
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