Friederich von Hayek ci ha spiegato cosa è l'ordine spontaneo. In economia, riguarda essenzialmente i prezzi: che sono il «risultato di azioni umane ma non di progetti umani». Insomma, come per il linguaggio, altra fissazione degli austriaci, non c'è qualcuno che si è seduto alla scrivania e ha detto: ora invento la lingua. Prezzi e linguaggi sono il risultato, non intenzionale, di ordini spontanei, talvolta in lotta e concorrenza tra loro che nel tempo sono prevalsi. In un libro bellissimo, Legge, Legislazione e Libertà, l'economista austriaco applica i principi dell'ordine spontaneo anche ai sistemi giuridici, alle leggi, alle istituzioni. D'altronde il passaggio dall'economia alla legge è facilissimo nell'impianto di Hayek. Serena Sileoni, vice presidente dell'Istituto Bruno Leoni, fa una sintesi autobiografica che val la pena riprendere «sull'idea che Hayek aveva di ordine spontaneo, applicato al diritto. Il suo pensiero ha confermato un certo disagio verso la legislazione quale strumento di ordine consensuale, aiutandomi a restare costantemente vigile nei confronti dei processi regolativi autoritativi e allontanando da me il pericolo che corrono tutti i giuristi di credere che la legislazione sia sempre il giusto rimedio per la convivenza sociale, una sorta di moderno deus ex machina in grado di risolvere, calandosi dall'alto, ogni problema».
Cosa c'entra tutto ciò con i flussi migratori? Molto, come tra poco vedremo. Antonio Martino, citando il favoloso Bastiat, ci ha sempre ammonito di stare attenti alla chiusura delle frontiere: dove non passano le merci, passano le armi. E il discorso varrebbe a maggior ragione per i passaggi di esseri umani.
La domanda, detto tutto ciò, che occorre fare è dunque semplice: un liberale cosa pensa dell'attuale flusso migratorio. E come si deve comportare il politico ispirato ai principi liberali. È del tutto evidente che il principio di libera circolazione degli individui, come delle merci, è un valore per un liberale. Ma gli austriaci ci insegnano anche che la nostra struttura sociale è un ordine spontaneo. Ereditata, grazie ad una selezione di sistemi diversi, in centinaia di anni. Pochi dal punto di vista dell'esistenza dell'umanità, molti dalla prospettiva della convivenza sociale e organizzata. La società in cui viviamo, le sue istituzioni, le sue regole, i suoi linguaggi, i suoi usi e costumi, le sue religioni, le sue credenze e persino i suoi pregiudizi non sono dettati da una norma, ma da un lungo processo di adattamento e selezione.
L'ordine spontaneo è l'unico ordine efficiente, è l'unico ordine, per così dire, democratico: nato dalla selezione sul campo. I flussi migratori composti di centinaia di migliaia di persone rischiano di rappresentare una bomba contro questa tradizione, che è più di una tradizione. Non sono da condannare in sé. Ma è del tutto naturale che sia obbligatorio gestirli. Anche per un liberale. La difesa delle nostre tradizioni e costumi è dunque la difesa della nostra libertà, non è mero conservatorismo. Conserviamo ciò che abbiamo nei secoli guadagnato, selezionato, ottenuto. L'ordine spontaneo non è scritto in un testo, è impresso nella nostra convivenza civile. L'immigrazione con la sua forza numerica dirompente, rischia di spazzarlo via (e il che non sarebbe di per sé sbagliato) non per la proposizione di un ordine superiore o che si è rivelato semplicemente più competitivo e funzionante (al contrario chi scappa in Europa lo fa perché i propri sistemi sociali guardano con invidia i nostri) ma per la sua banale forza numerica. E per la nostra incapacità di affrontarlo. Sotto un duplice aspetto. Quello tecnico amministrativo: e cioè il passaggio fisico di migliaia di individui da un continente all'altro. E quello più sostanziale. Una volta che gli immigrati in sono arrivati nel nostro Continente, pensiamo a gestire la loro presenza con la dogmatica e poco spontanea teoria del multiculturalismo. Non capendo che si tratta di una follia. È esattamente per la nostra specifica cultura e non per la loro, che gli immigrati son venuti in questa parte del mondo.
Il multiculturalismo nega il processo di ordine spontaneo. Esso è l'imposizione di una elite che con la norma etica vorrebbe progettare una società con sfaccettature stabilite a tavolino. Un controsenso. E per di più pericoloso.
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