Le ultime "Munizioni" di Saviano? Un manifesto di comicità involontaria

«Il giovane Holding» della letteratura lancia una collana di libri militanti

Le ultime "Munizioni" di Saviano? Un manifesto di comicità involontaria

«C ari amici, siamo orgogliosi di annunciarvi che il 16 ottobre arriveranno in libreria per Bompiani i primi due volumi della nuova collana MUNIZIONI diretta da Roberto Saviano». È questo l'inizio del comunicato stampa che ieri sera è stato lanciato per «annunciare» che Roberto Saviano, il «Giovane Holding» dell'editoria italiana, ha anche firmato un Manifesto che inizia così: «Amate chi sceglie da che parte stare. Amate chi detesta il sopruso. Amate chi si prende cura di voi occupandosi del mondo. Non ascoltate la piccola regola di amare solo chi esiste per voi nel nostro mondo».

Un incipit che sembra scritto dal Richard Bach de Il Gabbiano Livingston, dal Gesù di Zeffirelli che ha incontrato Beppe Severgnini e Massimo Gramellini mettendoli nel frullatore con un pizzico di zenzero alla Milena Gabanelli.

Saviano, forse folgorato sulla via di Damasco o più probabilmente folgorato dal suo agente editoriale che ormai gli sceglie persino i vestiti e i «brand» da indossare, si ricorda poi che la sua collana si chiama MUNIZIONI, tutto maiuscolo, per enfatizzare che il suo ha la pretesa di essere proprio un Manifesto, come quello Futurista di Marinetti, e comincia con digressioni che più che molotov d'inchiostro alla Bakunin fanno venire alla mente i pizzini di Riina: «Ricordate il rivoltoso sconosciuto che il 5 Giugno 1989 fermò una colonna di carri armati in piazza Tienanmen? Lo fece non solo con il suo corpo, ma con le sue parole: salendo sul carro, discutendo con il carrista. E così i rivoltosi sconosciuti divennero due: l'uomo che fermò i carri armati e il carrista che fermandosi si rifiutò di eseguire gli ordini. Entrambi probabilmente sono stati uccisi. Di loro non si è saputo più nulla, nemmeno i nomi».

Come se lo faccia a ricordare Saviano, nato nel 1979 e che all'epoca dei fatti aveva 10 anni, non è un mistero ma rappresenta ormai quelle che sono le sue fonti: Wikipedia e soprattutto la televisione che è il suo ultimo approdo per guadagnare, dopo i flop editoriali dopo l'unico grande successo di Gomorra.

«Il Giovane Holding» continua a sparare le sue (ultime) MUNIZIONI: «I loro nomi (ma se non li sappiamo? Ndr) saranno nostri se oseremo parlare fuori dal coro e leggere la realtà con occhi liberi. Amate la parola che non ha paura di confrontarsi».

Infatti Saviano a proposito di «paura di confrontarsi» non si è mai presentato ai processi che l'hanno visto condannato per aver plagiato interi passaggi di Gomorra dai quotidiani Cronache di Napoli e Corriere di Caserta e aver dovuto risarcire loro ben 60 mila euro. Intanto il Manifesto continua: «Amate chi spende con voi parole difficili. Amate chi non riduce il proprio pensiero a slogan. Amate la parola, la parola libera, la parola disobbediente, perché amandola amate voi stessi».

Un finale che ricorda un ciclostile di Mario Capanna e una lettera del serial killer americano Zodiac che ha incontrato Unabomber al centro sociale durante un concerto dei 99 Posse. Più che MUNIZIONI questo manifesto ricorda i comunicati di Lotta Continua (con un Gad Lerner ancora senza Rolex al polso) e i discorsi di Greta Thumberg, i libri di catechismo con le figure a pastello e il Libretto rosso di Mao rivolto a lettori che tratta come dei bambini o come Nando De Napoli, il mitico difensore del Napoli che era sempre impacciato nel dover difendere le nottate di Maradona tra cocaina e camorra.

A proposito: il primo libro della collana è chiaramente dedicato a un'inchiesta sulla cocaina, che ormai - tra il suo libro ZeroZeroZero e le sue sparate sulla liberalizzazione della cocaina- sembra il suo nuovo filone d'oro. Esaurito quello dei Casalesi, chissà se i Narcos messicani gli faranno la stessa pubblicità.

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