Quattro anni fa Italia-Germania la decise lui, con una doppietta. Oggi la dovrà vedere alla tv. Mario Balotelli torna a parlare in un'intervista al Corriere della Sera, spiegando perché è scivolato ai margini del calcio che conta. Tanto in basso che il Liverpool avrebbe deciso di regalarlo al Milan, che lo aveva avuto in prestito nell'agosto del 2015. Adesso Balotelli intende ritornare in alto. Tanto in alto, magari fino al Pallonde d'oro.
"È successo che ho fatto due anni non ai miei livelli - ha spiegato al Corriere - Problemi fisici, altri problemi, non sono stato io. E Conte giustamente ha portato altri giocatori all’Europeo. Fossi stato in lui, avrei fatto esattamente la stessa cosa. Mi spiace non essere in Francia ma così doveva andare. Alla gente che mi ferma dicendomi che Conte avrebbe dovuto convocarmi, io rispondo: il vero Balotelli lo convocherebbe Conte, Ventura, qualsiasi allenatore. Il Balotelli di oggi no".
Su di lui c'erano ben altre aspettative. Quando Roberto Mancini lo fece esordire nella sua prima Inter, in molti videro nel ragazzone bresciano l'erede di Totti e Del Piero. Aspettative troppo alte che forse lo hanno danneggiato. Ma non secondo Mario. "Io posso fare molto di più di quello che ho detto. Però ci vuole tempo. In una scala da 0 a 10, io mi sono fermato a 5, ma piano piano al 10 ci arriverò. Perchè ci voglio arrivare. Diventerò Pallone d’oro. Anche se mi rendo conto di aver fatto due anni della mia carriera dove potevo avvicinarmi al 10 e invece sono rimasto a 5".
Prima di lui c'è una lunga fila di giocatori che negli ultimi anni hanno dimostrato più continuità. Ma Balotelli non demorde: "Posso non aver fatto tutto l’indispensabile per essere il più forte, però l’importante è che l’ho capito e non è troppo tardi. Non voglio arrivare a fine carriera con il rimpianto di non aver fatto di tutto per diventarlo. Fino a due anni fa mi accontentavo di quello che avevo. Facevo bene, sapevo di avere dei colpi, ed ero felice così. Non avevo in testa di migliorare, pensavo bastasse".
"Mentre da due anni a questa parte ho cominciato a lavorare seriamente, eppure i risultati non sono arrivati - prosegue Balotelli, che ha 25 anni - Forse ho pagato i 23 anni precedenti. Però sono molto tranquillo. Sono consapevole che negli ultimi due anni sono cambiato da così a così". Se poi i media gli dedicassero meno attenzione, sarebbe anche meglio. "Si è creato questo personaggio, non mi è permesso di fare niente in più e in meno. Non sono ipocrita: ci resto male quando finisco sui giornali se combino qualcosa, ma non mi piace nemmeno quando si esagera in positivo. Balotelli segna due gol? Un fenomeno. Vorrei essere solo un calciatore come gli altri, magari un pò più bravo degli altri".
Nell'intervista il giocatore del Liverpool racconta quanto ha sofferto per gli episodi di razzismo che lo hanno coinvolto. "Due anni fa sono arrivato al punto di chiamare il mio procuratore e dirgli: Mino, io non voglio più giocare in Nazionale. Non è giusto. Io nato in Italia, cresciuto in Italia, non sono mai stato in Ghana - anche se ci andrò - per la legge è giusto che io sia italiano. Per prendere quel certificato che è appeso all’ingresso, mi sono fatto ore di coda davanti alla questura ogni anno. Qualche volta mi piacerebbe che chi insulta dicendo che non esistono negri italiani se ne ricordasse".
Balotelli tra passato e futuro
Balotelli ripercorre anche i rapporti con i suoi allenatori. "Disastroso solo con uno: Brandon Rodgers. Mourinho? A lui piaceva fare il cinema, ma mi voleva bene. Si divertiva a farmi arrabbiare perchè pensava che avrei reso di più da incazzato".
Il suo futuro è ancora incerto: il Liverpool lo scorso anno lo aveva prestato al Milan, ora che il presito è scaduto gli inglesi sarebbero disposti a cederlo gratuitamente ai rossoneri. Ma secondo Mario una permanenza al Milan è impossibile: "Dove giocherò la prossima stagione? Spero nel Liverpool. Il Milan ha deciso di lasciarmi. Di sicuro non ci sarà un Mario's back again".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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