Crescono i rumors sulle improvvise dimissioni di Beppe Marotta da direttore generale della Juventus, scelta che aveva sorpreso tutto il mondo del calcio.
Sette anni di splendidi successi sul campo, avevano celato quanto di più inaspettato e sconvolgente sta emergendo dalle intercettazioni disposte dalla Procura di Torino, da tempo al lavoro sui rapporti tra il club bianconero, i gruppi ultras ed esponenti della criminalità organizzata di origine ndranghetista nell'ambito dell'inchiesta ''Alto Piemonte''.
Davvero sorprendenti le intercettazioni che coinvolgono Marotta, da cui emergono scenari che destano più di un dubbio se collegati alle sue improvvise dimissioni. L'ex direttore generale esprime grande preoccupazione sul suicidio improvviso di Raffaello Bucci, collaboratore della Juventus suicidatosi dopo essere stato sentito dagli inquirenti: ''Oggi abbiamo un altro casino...che si è buttato un altro dal ponte...un nostro collaboratore che si occupava dei biglietti...tutto quel casino di cui ti avevo parlato la settimana scorsa''. Il suicidio del Bucci è ancora avvolto nel mistero ma Stefano Merulla, responsabile Ticket Office Juventus ed Alessandro D'Angelo, Security Manager, intercettati sono entrambi convinti che ''si sia ucciso per paura: diceva di essere un uomo morto e aveva paura per sé e per il figlio, senza precisare di cosa e di essersi fidato della persona sbagliata''.
Marotta avrebbe saputo che il suo nome comparirebbe due volte negli atti dei pm di Torino, nel primo caso sarebbe stato accostato a una vicenda legata ad alcuni biglietti dati ad un malavitoso, accusa da cui si difende ''uno di queste persone era incensurato, amico di tutti i giocatori, amico di Lapo Elkann, amico di Conte, presidente della Onlus Bianco-Nera, che mi chiede due biglietti attraverso un avvocato, due biglietti per Madrid, non Juventus-Real Madrid ma Real Madrid-Juventus, due biglietti omaggio, quando per ogni partita dò 200 biglietti omaggio'' mentre il secondo caso riguarda un provino fatto fare al figlio di un esponente di spicco del clan di Rosarno su cui ribatte ''Queste richieste succedono in tutte le società...è stato fatto tutto allla luce del giorno'' e poi ancora ''un provino non si nega a nessuno, non me ne sono occupato direttamente''.
I rapporti con la carta stampata diventano a quel punto sempre più tesi. Marotta chiede alla Gazzetta dello Sport, prossima alla pubblicazione di un articolo sul caso che lo coinvolge di ''trattarlo bene altrimenti si arrabbia veramente, non sono minacce, che non c’entra niente solo perché ha dato due biglietti omaggi a una persona, ha fatto fare un provino, quando di provini se ne fanno tremila in un anno''. Il pezzo inizialmente previsto di 50-60 righe, diventa un trafiletto di 10 righe senza alcuna sua foto, scelta sicuramente apprezzata dal dirigente bianconero.
In attesa di ulteriori
sviluppi, restano ancora tanti dubbi da chiarire, ma è a questo punto alquanto probabile che dietro la scelta di Marotta, coinvolto in vicende sempre più torbide, ci siano motivazioni non soltanto sportive e professionali.
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