Torino - Premessa numero uno: la Juventus si qualificherà per la prossima Champions League, a maggior ragione dopo la certezza che l'Italia presenterà cinque squadre. Premessa numero due: meno male che martedì sera i bianconeri saranno impegnati nel ritorno della semifinale di Coppa Italia, a Roma contro la Lazio e partendo dal rassicurante 2-0 dell'andata. Vero che al peggio non c'è mai fine e che a Cagliari la squadra di Allegri è stata sotto di due gol per oltre un'ora di gara, però non si può negare che Vlahovic e compagni siano i favoriti per staccare il biglietto per l'ultimo atto.
Premesse necessarie per non vedere tutto nero nel momento in cui davvero non si intuisce quale possa essere la via di uscita da una situazione diventata insostenibile e paradossale: 12 punti nelle ultime 12 partite di campionato, sei trasferte senza vittoria, 12 gol fatti e 14 subiti. Senza girarci troppo intorno: sono saltati allenatori di squadre di metà classifica con bilanci molto simili. Allegri è invece ancora al suo posto e, prima della partita horror di Cagliari, ha incassato ancora una volta la fiducia di Giuntoli: «Siamo soddisfatti, a fine stagione programmeremo insieme il futuro». Parole di circostanza o no (il contratto da 7 milioni netti scadrà tra un anno e i conti bianconeri sono in rosso da un bel po'), quell'altro ha ringraziato e inevitabilmente messo nel mirino la partita contro la Lazio, non prima di essersi sfogato: «Nell'intervallo avrei dovuto cambiare tutti, anche me stesso». La qual cosa, se fosse avvenuta davvero, avrebbe messo d'accordo la stragrande maggioranza dei tifosi bianconeri, ormai sul piede di guerra con il loro allenatore: a lui andrà sempre il ringraziamento per i cinque scudetti (più altro) vinti, ma la necessità di respirare aria nuova (Thiago Motta) si avverte ormai ovunque. Motivo per cui, anche l'ennesima conferma di Giuntoli cui pochi giorni fa John Elkann ha ufficialmente dato mandato di ricostruire la Juve, senza citare l'allenatore ha fatto innervosire più di qualcuno: insieme ad #Allegriout è così comparso sui social anche #Giuntoliout.
Segno di un'esasperazione arrivata al limite, dal momento che le virtù del dirigente bianconero si potranno cominciare ad apprezzare (o no) a partire dal prossimo calcio mercato: fino adesso, ha ereditato situazioni complicate. Compresa la patata Allegri.
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