Il calcio è uno sport 'abominevole'. Questo almeno è il pensiero dell'imam Abd al-Rahman "al-Barrak", importante leader religioso dell'Arabia Saudita.
L'uomo, pressoché sconosciuto al di fuori dei confini del suo Paese d'origine, ha suscitato violentissime polemiche contro uno degli sport più amati al Mondo, sottolineando il fatto che i fedeli musulmani dovrebbero astenersi dal praticarlo in quanto si tratta di qualcosa di 'abominevole' e di contrario ai principi del Corano e dell'essere umano.
Abd-al-Rahman ha posto l'accento sul fatto che i Musulmani che praticano il gioco del calcio adottano dei costumi peculiari, che caratterizzano i loro nemici. Pertanto, a suo avviso, i fedeli dell'Islam che giocano a calcio si porrebbero allo stesso livello degli 'odiati' infedeli. Per l'imam, i tifosi e i giocatori di calcio dedicano la loro vita a beni fatui, effimeri: rincorrono la bellezza caduca e la frivolezza, allontanandosi dal verbo predicato da Maometto.
Per il leader islamico, il calcio si caratterizza per ostilità e fanatismo: due elementi colpevoli di rovinare letteralmente il gioco e lo spirito di fratellanza. Di conseguenza, il leader religioso ha consigliato ai fedeli musulmani di non appoggiare nessuna selezione nazionale i cui calciatori siano di fede diversa. Sicuramente, per chi accusa il pallone di produrre fanatismo, si tratta di un messaggio poco distensivo, in un periodo storico carico di gravi tensioni come quello attuale.
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