Jannik per la svolta. Ma Djokovic si nasconde

Nole non si allena, il numero uno del mondo deve battere le sue paure e l'effetto Alcaraz

Jannik per la svolta. Ma Djokovic si nasconde
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Il mondo di Wimbledon si è rovesciato: dopo i dolori di Sinner, ecco quelli di Djokovic. La semifinale sull'erba di Church Road (in programma oggi dopo quella tra Alcaraz e Friz) parte con un nuovo giallo, e questa volta Jannik fa da spettatore. Ieri infatti a saltare l'allenamento è stato proprio Novak, che nel quarto contro Cobolli aveva avuto un problema sul primo match point, scivolando sull'erba. I media serbi dicono però che già in quel momento Djokovic soffrisse di un risentimento muscolare ("A inizio del quarto set ho sentito un muscolo contrarsi e poi dolore", avrebbe detto), in ogni caso Sinner potrebbe avere un vantaggio che sarebbe notevole.

Insomma: sopra il trofeo di Wimbledon campeggia un piccolo ananas, (secondo leggenda portato in giro dalla Marina Militare inglese come simbolo di buon auspicio) e questo punto dalla cima del Gentlemen's Singles Trophy sembra strizzare l'occhio al campione italiano. Dopo i problemi di Dimitrov ecco quello del tennista più vincente della storia, tanto che il gomito di Jannik sembra ormai essere una parentesi. Per lui, comunque sia (e sarebbe sportivamente augurabile un match alla pari), è l'occasione di spegnere tutti i dubbi che girano intorno. Qualcuno la chiama ipocondria (al primo dolorino sorge una preoccupazione che sembra esagerata), altri parlano di un po' d'ansia dietro quell'imperturbabilità che mostra sul campo. La verità, probabilmente, è che il meccanismo Sinner è così perfetto che una minima difficoltà agita gli ingranaggi, causando i pochissimi momenti in cui gli si legge in faccia la preoccupazione. Il resto poi è tutto da indovinare, visto che "come sapete, sono uno che tiene per sé le cose private per non avere attenzioni inutili". Lo sappiamo, anche se poi ha lasciato poi qualche traccia in conferenza stampa: "Alla vigilia dei quarti ho scelto io di andare a testare i colpi nei campi indoor, ma nella mia mente avevo già deciso che avrei giocato. Il giorno dopo il riscaldamento è andato bene e la protezione mi ha aiutato: quando c'è stata quella steccata durante il match con Shelton ho sentito una vibrazione e un po' di dolore, ma è passato subito. Quindi vuol dire che il gomito sta meglio".

Adesso è dunque il momento di spingere ancora di più. "Non ho mai visto un giocatore tirare la palla così forte, è stato frustrante" ha detto Ben Shelton; stesso concetto ribadito da Djokovic: "So che per battere Jannik ci vorrà il meglio di me", e vedremo se sarà possibile. Sinner predica calma ("spero di mostrare un buon tennis"), ma è certo che vuole prendersi la rivincita di Parigi e dimostrare a tutti, Alcaraz compreso, che il suo regno è ancora saldo: "Qui non ho ancora vinto, per questo voglio ancora di più riuscire a conquistare il trofeo. Allo stesso tempo cerco anche di capire se sono migliorato sull'erba.

La semifinale di uno Slam è una grande opportunità, si capisce da quando cominci a camminare verso il campo, e voglio godermi il momento. Gli anni passano e mi sento sempre più sicuro". D'altronde, come esorta un detto, l'ananas è l'esempio da raggiungere: "Stai in piedi, metti una corona, sii dolce dentro". E gioca a tennis come sai.

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