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Juve a Roma sognando di staccare il pass Champions

Necessario invertire uno score che nell'ultimo mese è stato da retrocessione. Allegri: "Il destino nelle nostre mani"

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Torino - Inutile prenderla troppo alla larga: se la Juventus vincerà stasera a Roma contro i giallorossi, staccherà matematicamente il biglietto per la prossima Champions League e Allegri potrà tirare un sospiro di sollievo avendo centrato entrambi gli obiettivi l'altro era la qualificazione alla finale di Coppa Italia - che gli erano stati chiesti.

Se non arriveranno i tre punti, il traguardo sarà comunque tagliato prossimamente tenendo conto che i bianconeri ospiteranno domenica prossima la Salernitana e poi il Monza nell'ultima di campionato: «Il destino è nelle nostre mani», così il tecnico livornese, comunque più rilassato rispetto a qualche settimana fa. Certo, chiudere i conti oggi aiuterebbe poi la squadra a preparare nel migliore dei modi la finale di Coppa Italia contro l'Atalanta del 15 maggio. Il terrore di arrivare sesti è però altra cosa, pur se è chiaro a tutti che questa Juve si è ingolfata e chissà poi perché: 47 gol dopo 34 giornate (settimo attacco della serie A) sono infatti il bilancio peggiore degli ultimi 24 anni e da un mese e mezzo il reparto offensivo juventino è addirittura il peggiore del campionato insieme alla Salernitana - avendo segnato solo tre gol nelle ultime sei giornate.

Sarà anche vero che «il calcio è difficile da spiegare», ma un tracollo del genere non era pensabile né pare ammissibile. Detto questo, non resta che portare a termine la stagione nel migliore dei modi per poi iniziare un nuovo capitolo del quale Allegri non farà quasi sicuramente più parte: «La mia juventinità? Ormai sono dieci anni che vivo a Torino, avendo allenato per otto stagioni. Ho avuto la fortuna di far parte di questa famiglia e di questo club, che ha un Dna unico come altre squadre e che difficilmente cambierà: può essere modellato, ma non cambiato. Il Dna di ogni società va rispettato». Pare una dichiarazione d'addio e magari lo è, con tanto di benvenuto a chi prenderà il suo posto: «Ho ancora 56 anni - 57 quest'anno - e sono ancora abbastanza giovane per allenare. Come in tutte le cose, c'è chi arriva da sotto: prima o poi qualcuno di loro dovrà allenare le big italiane».

Si vedrà, anche se magari a Thiago Motta saranno fischiate le orecchie.

Intanto, c'è la sfida odierna a De Rossi e a una Roma più che mai impegnata nella rincorsa al quinto posto e ai mai troppo agognati soldi della Champions.

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