Roma - C'è una sola stonatura nelle grandi stagioni di Simone Inzaghi alla Lazio. Ieri, a Formello, non c'era nessuno. Al centro sportivo i tifosi non entrano, alle 15,30 il pullman parte con scorta di due macchine ma non servirebbero, perchè non ci sono romanisti, crotonesi ma neanche l'ombra di un laziale.
La Champions è lì, eppure non a portata, perchè le motivazioni dei calabresi restano alte: «Dobbiamo vincere per noi - sottolinea Zenga -, per salvarci, non per l'Inter». Dal Venezia, Pippo Inzaghi sostiene il fratello Simone: «E' uno dei migliori allenatori d'Europa e mi insegna molto».
L'allenatore biancoceleste strabilia spesso per il gioco, mai per la dialettica. «Abbiamo fatto qualcosa di straordinario per essere lì, a giocarcela con le corazzate costruite con alti budget». De Vrij potrebbe qualificarsi qui per la Champions e non giocarla, con l'Inter. «Sono tranquillissimo - garantisce Inzaghino -, da professionista onorerà la maglia.
È stata forse sbagliata la tempistica del deposito del contratto, a me però non cambia nulla». Tantopiù arrivando da 5 vittorie e 2 pari. Radu recupera, Lukaku no, Luiz Felipe è squalificato, Immobile, Parolo e Luis Alberto difficilmente giocheranno.
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