L'Italia torna speciale con Razzoli e Gross Fede sempre gigante

Sul podio nello slalom di Wengen Giuliano secondo e Stefano terzo La Brignone è terza a Flachau con 4 azzurre nelle prime sette

L'Italia torna speciale con Razzoli e Gross Fede sempre gigante

La vittoria arrivata ancora una volta dal fondo grazie al fantastico Chicco Pellegrino (e a Didi Noeckler) è invece mancata agli sciatori dell'alpino che fra Wengen e Flachau hanno però portato a casa ben tre podi, con Giuliano Razzoli e Stefano Gross secondo e terzo nello slalom maschile in Svizzera e con Federica Brignone terza nel gigante femminile in Austria.

Gare da incorniciare per gli azzurri e per lo spettacolo che hanno offerto, vera sintesi di quel che è lo sci, sport outdoor per eccellenza, dove le condizioni del tempo possono cambiare le carte in tavola da un secondo all'altro. Bello ed emozionante per chi guarda, un po' meno forse per chi è in partenza e vede una nevicata infittirsi o una pista rovinarsi passaggio dopo passaggio. Già, nevica finalmente sulle Alpi e la Coppa del Mondo tira un sospiro di sollievo, lo stesso fa la squadra italiana di slalom che dopo essere stata bacchettata a Santa Caterina nella prima gara del 2016 dal suo direttore tecnico Max Carca («i nostri ragazzi sono dei viziati») rialza la testa e va a prendersi due posti sul podio in un colpo solo.

Secondo Razzoli e terzo Gross e di più in questo momento non si può davvero fare, vista la bravura di Henrik Kristoffersen, alla quarta vittoria stagionale nella disciplina e capace di abbattere psicologicamente anche il Dio dello sci Marcel Hirscher, ieri fuori malamente nella seconda manche mentre cercava di recuperare dal 10° posto della prima. Ma torniamo agli italiani, alla fantastica gara di Razzoli e Gross, che hanno sciato all'attacco in modo intelligente, Giuliano dando l'impressione di avere ancora margini, Stefano dando il meglio su una pista non adatta a lui, perché troppo piatta, troppo facile «Ma oggi sono finalmente riuscito a sciare come in allenamento e il bello deve ancora venire, perché le prossime due gare saranno sulle piste che preferisco, Kitzbuehel e soprattutto Schladming» ha detto il fassano dopo aver festeggiato con il compagno di squadra il grande e inatteso risultato. Dal canto suo Razzoli si è finalmente liberato del peso di dover dimostrare agli altri, più che a se stesso, di essere veramente veloce: «Mi sto allenando poco per i soliti problemi al ginocchio e finora le cose non erano girate come dovevano, un po' anche per sfortuna, ma finalmente ho raccolto il risultato che sapevo di avere nelle gambe ed è stato fantastico condividerlo con un compagno di squadra».

A proposito di squadra, che dire delle quattro italiane fra le prime sette nel gigante di Flachau? A vincere è stata la tedesca Viktoria Rebensburg, tornata davanti a tutte dopo più di tre anni in gigante, e seconda, per la prima volta sul podio in carriera, ecco la slovena Ana Drev, che per 5/100 ha battuto Federica Brignone, frenata nella prima manche da un errore (5° tempo per lei), ma davvero coraggiosa nella prova decisiva che le ultime al via, le migliori quindi, hanno corso sotto una nevicata fittissima, in condizioni di luce pessima e su pista rovinata.

Sono uscite la Vonn e Irene Curtoni, hanno perso oltre dieci posizioni Lara Gut, Tina Weirather e Nina Loeseth, e anche Federica si è sentita malissimo scendendo, «tanto che quando ho tagliato il traguardo non osavo alzare la testa per guardare il tabellone». Ma sarà terza, felice, come le tre compagne finite fra le migliori: sesta c'è Nadia Fanchini e settime a pari merito Manu Moelgg e Francesca Marsaglia, risalita dal 23° posto.

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