Benny Casadei Lucchi
nostro inviato a Budapest
La rabbia, la rimonta, quarta ai 150 e prima ai 200. Davanti al mondo, davanti al mostro Katie Ledecky, in casa e con in vasca l'idolo ungherese Katinka Hosszu. Fede ha avuto Fede, 1.54.73, perché prima era indietro e poi davanti. Mondiale. Settimo mondiale. Settima medaglia iridata di fila, e però oro, oro come a Roma 2009, altro mondo e altra epoca e altra età, erano 21 anni e oggi sono 28, erano costumi gommati e sono oggi costumi solo costumi. All'epoca fu record del mondo che ancora dura, ma l'impresa di oggi sarà primato che resterà. Unica nuotatrice a vincere una medaglia in sette campionati del mondo di fila, per di più oro, unica a battere sua maestà delle vasche, l'americana Katie Ledecky (2a, 1.55.18 davanti all'australiana Emma Mckeon 1.55.18). Federica Pellegrini ora sì per davvero divina, perché toccare prima quando ai 150 era quarta sa di magia e fenomeni dello sport e sa di rabbia e violenza e disperata voglia di cancellare le delusioni e quella Rio bastarda di un anno fa. “Non ci credo, neppure io avrei scommesso su di me” dice con lo sguardo di traverso fra tre mondi, lacrime, felicità, fatica. “Eravamo tutti lì ai 150, mi sembrava che tutti andassero al rallentatore, invece...
invece non ho pensato e guardato nessuno e quando ho toccato non ci credevo. Per la verità, non ci credo neppure adesso... Ma voi credete a me: avete visto il mio ultimo 200. Mi dedicherò ad altri percorsi”. Non si ritira. Solo un po'.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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