Franco Ordine«Presidente Berlusconi si fidi di me, l'affare si farà, ho solo bisogno di altro tempo». Con la crostata di frutta appena servita a tavola, durante la cena di martedì sera ad Arcore, la frase pronunciata da mister Bee Taechaubol ha fatto breccia nel padrone di casa. E si è giunti così alla decisione di concedere altro tempo al magnate thailandese impegnato a mettere insieme il consorzio di investitori interessati all'acquisizione del 48% delle azioni del Milan alla cifra già pattuita e mai modificata di 480 milioni.
Silvio Berlusconi al termine della serata trascorsa con mister Bee ha capito un paio di cose: 1) che il broker ha in partenza sottovalutato le difficoltà nel realizzare il proprio ardito progetto; 2) che lo stesso è animato da una incrollabile fede di riuscire a centrare il suo obiettivo. La novità emersa nelle ultime 36 ore è la conferma dell'interesse da parte di nuovi investitori la cui identità è protetta dal patto di riservatezza (Citic Clsa è l'advisor di mister Bee; Citic Bank International e Citic Trust, gli investitori interessati). È invece stata esclusa la presenza di un fondo sovrano indonesiano, così come i fatti hanno smentito che fosse in ballo una richiesta di anticipo del valore di 50 milioni da parte di Fininvest per ottenere l'ulteriore proroga. Anzi sono proprio i nuovi soci di mister Bee a richiedere approfondimenti per studiare meglio le carte del Milan, il suo bilancio, il suo appeal, operazioni che saranno espletate nelle prossime settimane.
Ieri mattina mister Bee ha fatto visita agli uffici Fininvest di via Paleocapa, ha incontrato e discusso con l'ad Cannatelli, il dg Pellegrino e il responsabile della finanza Franzosi, e il suo advisor, poi, accompagnato da Licia Ronzulli, ha raggiunto lo studio legale che ha seguito la sua avventura italiana, prima di volare a Bangkok in serata. Le parti si sono lasciate senza fissare una data. «Ci vorranno alcune settimane e forse pochi mesi per giungere alla fase conclusiva» la previsione di un attento osservatore: immaginare un appuntamento tra fine marzo e i primi giorni di aprile non è dunque un azzardo. Lo stato dell'arte dell'affare è anche decifrabile attraverso il flusso della comunicazione proveniente dalle due delegazioni: quella di mister Bee ha ostentato il solito misurato ottimismo (si chiude nel giro di 3-4 settimane), quella Fininvest è rimasta fedele a un rigoroso riserbo. Che dalla Cina non giungano segnali incoraggianti è confermato, in modo simbolico, anche dall'epilogo beffardo dell'affare Luiz Adriano. Il club che lo aveva ufficialmente acquistato dal Milan (prezzo 15 milioni), Jiangsu Suning, all'atto della firma del contratto con l'attaccante brasiliano non ha presentato le garanzie previste dall'intesa verbale.
Perciò l'interessato (che aveva compiuto una scelta economica: 8 milioni l'anno netti sono uno stipendiuccio mica male con cui mettere al sicuro il futuro di famiglia e future generazioni) e il suo agente hanno fatto immediatamente marcia indietro ripartendo per l'Italia e di fatto aprendo una falla nel bilancio rossonero. Luiz Adriano è pronto a rimettersi a disposizione di Mihajlovic che magari potrà utilizzarlo fin da martedì contro l'Alessandria in coppa Italia. Anche se l'agente Fifa Fabrizio Ferrari non ritiene del tutto tramontata la trattativa. Pure la ventilata cessione di Gervinho in quel paese è adesso resa improbabile complicando i piani del Milan che nel caso di un trasferimento accettato dall'ivoriano avrebbe potuto girare a Trigoria El Shaarawy e recuperare una parte della cifra smarrita con la mancata cessione di Luiz Adriano. Per non parlare di Guarin.
Magari anche Alberto Zaccheroni, pronto a sedersi sulla panchina del Guoan, chiederà maggiori credenziali prima di sottoscrivere il contratto. Per ora Berlusconi si è fidato di Bee, fidarsi dei cinesi oggi appare molto più difficile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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