Il pensionato Buffon vuole esodare il Kaiser

Beckenbauer ha trattato Gigi come Brera trattò Zoff. Ma Dino, scaricato nel '78, vinse il mondiale a 40 anni

Il pensionato Buffon vuole esodare il Kaiser

Ein Rentner. Un Pensionato. È la sua notte, è la notte di Gigi Buffon di anni trentacinque, così definito con tono perfido e di compassione, dopo il gol iniziale di Alaba, dal presidente del club bavarese, Franz Beckenbauer, soprannominato il Kaiser (si era fatto fotografare, prima di una partita tra l'Austria e la Germania, a fianco del mezzo busto di Kaiser Franz Joseph, nato nel castello di Schönbrunn quando il suo Paese non era stato ancora annesso alla Germania dell'ex capitano del Bayern e della nazionale tedesca).

Si gioca con le provocazioni, Buffon pensionato fa tornare alla mente la diagnosi azzardata e sbagliata di Gianni Brera su Dino Zoff dopo il mondiale argentino. Zoff, all'epoca trentaseienne, non vide in tempo il pallone scagliato da trentacinque metri dall'olandese Haan, dopo che Brandts lo aveva già superato con un tiro dai venticinque. Brera scrisse di mancanza di diottrie del friulano, ormai destinato al ritiro dall'attività agonistica.

Quattro anni dopo, il miope di Mariano del Friuli, privo di occhiali e lenti corneali, sarebbe diventato campione del mondo in Spagna, dopo aver parato, fra gli altri mille, un pallone sulla linea di porta, dopo una deviazione di testa del brasiliano Oscar Bernardi, quel gol ci avrebbe eliminati.

Brera, Beckenbauer, il fattore B può dare fiducia a Buffon che sa di giocarsi non soltanto la qualificazione della Juventus ma una fetta di orgoglio. Franz Beckenbauer ha chiesto scusa, rendendosi conto di essere passato dallo stesso sportello quando nel 1977 lasciò la Germania per andare a raccogliere dollari a New York con i Cosmos, nel soccer dei veri pensionati.

Le mani di Buffon in faccia alla leggenda del calcio tedesco, dunque, una partita dentro la partita, sapendo che le parole del Kaiser potrebbero avere avuto l'effetto di stimolare il portiere bianconero, il primo a rendersi conto dei propri errori, come ha confermato la sua elegante

replica: «Quando sei martello batti, quando sei incudine statti», proverbio popolare che in Baviera non hanno capito al primo impatto.

Stasera la traduzione in diretta allo Juventus stadium. Il martello è nelle mani di Buffon.

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