La Roma va alla guerra, Pallotta la blocca

La Roma va alla guerra, Pallotta la blocca

RomaNon proprio una questione di centimetri. Il giorno dopo, Juve-Roma deflagra in una polemica appiccicosa che rischia di intossicare il magnifico duello, gli arbitri e una stagione tutta. E l'opinione pubblica, visto che il caso è sbarcato in Parlamento. Per quello che conta. Sono serviti a poco due presidenti amici, un unico potente sponsor tecnico e la voglia matta di prendersi per mano e fare il vuoto sportivo. Quando tra Roma e Juve ci si mette l'arbitro goffo c'è da temere il peggio. E ora che il Pupone non sembra più Russel Crowe, ora che si è fatto dire da Nedved che non ha mai giocato in una grande squadra, ora a Roma sembra essere tornati ai tempi quando tre quarti della capitale odiava più il grande corruttore bianconero che l'esattore.

Alla faccia della globalizzazione torna quel malsano clima di rissa sportiva che sembrava solo un passato in chroma-key. Pare essere tornati ai tempi del vero Processo del Lunedì . Quando in studio Biscardi aizzava Giovanni Arpino ed Ezio De Cesari, uno juventino militante, l'altro pugnace romanista. Se ne davano di santa ragione, ma che spettacolo. Poi però tutto finiva lì, o quasi. Non c'era la palude di Facebook . Al bar si parlava di cappuccini, di Juve, di torti e di Turone. Proprio come si torna a fare ora. Insomma, sono bastati un paio di scippi arbitrali per tornare sulle tweet-barricate. Facile pronosticare per i prossimi tre, quattro turni una Roma in guerra col mondo e una Juve in trincea con gli arbitri. Che si guarderanno bene dal fischiare regali dal dischetto anche a costo di sbagliare al contrario. Inevitabile follia: da noi andava a va ancora così.

E anche stamattina la capitale schiumava di rabbia. Su una nota radio romana (che fa dell'As Roma il proprio palinsesto H-24), Pardo, conduttore reduce dalla sanguinosa puntata di Tiki Taka , ospite al telefono, faceva l'acrobata per resistere agli attacchi del conduttore. «A Pardo, noi semo amici e tu lo sai. Ma tu dovevi fa' tace' quello, Nedved!. Come si permette quello de dì certe cose ar capitano, dovevi ribbattere!». A Pardo che faceva notare di essere un moderatore e non un opinionista non restava che l'educata rassegnazione. Tira una brutta aria. Ma è tardi. Bonucci che si scusa, Pallotta che dice di lasciar perdere. Già Palotta, accusato qui a Roma di essersi defilato. «Dovremmo fare tutti un respiro profondo e calmarci un po'. Il calcio è un gioco che va a mille all'ora e a volte emergono errori e controversie: questo è un discorso valido per tutti. In fondo - fa sapere l'americano - siamo due grandi squadre e ci avviamo verso una rivalità che durerà a lungo: questo non può che essere un bene per il calcio italiano. Forza Roma!». Chissà che ne pensa l'ex gladiatore di questa improvvisa melassa?. Ma dal tweet di Lady Agnelli che chiede, appunto, a Totti di «andarsene» al cinguettio di Garcia («partite così fanno male al calcio italiano») il day after è ricco di tappe che promettono burrasca per il proseguio del campionato. Compresi l'annuncio di Tavecchio sulla tecnologia in campo e la mano leggera sulla sviolinata di Garcia. Il punto di partenza è lui, Rocchi di Firenze. «Partita difficilissima per l'arbitro ma peggio di così, Rocchi...», la disamina di Casarin, che imputa al ripensamento sul rigore per il braccio di Maicon la madre di tutti gli errori a cascata. Ma se sugli episodi le opinioni divergono, su una cosa tutti sono d'accordo, come ha detto Tevez nell'intervallo: Rocchi era emozionato.

Intanto dalla Roma filtra la notizia di un «confronto sereno» ieri con i vertici dell'Aia.

Restano invece tesi i rapporti con la Juve, grande alleata nell'elezione Figc e ora di nuovo nemica. Bell'affare. Dopo la sosta, si ricomincerà coi sospetti. Le contendenti giocano di sabato. Alle 18 la Roma ospita il Chievo, la Juve affronta il Sassuolo in notturna. Due partite facili, anzi complicate.

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