
È stata una giornata quasi al contrario, che stava per rovinare la magia di Roma. E quando ad un certo punto il tabellone del match tra Jannik Sinner e Tommy Paul segnava 5-0, nessuno poteva crederci. Perché era per l'altro. Insomma gelo al Foro Italico, tutto l'opposto di quello che era stata la partita con Ruud, troppo perfetta, troppo ingannatrice: si sapeva che non sarebbe stato facile, solo chi ha visto poco tennis, o chi lo vede accecato dal tifo, poteva pensare a una formalità. E invece «non riesco...», e c'è voluto un richiamo di coach Vagnozzi per far vincere finalmente un game al Numero Uno.
Insomma: Il primo set della semifinale degli Internazionali d'Italia ha rischiato di diventare un piccolo (ma grande) incubo: «Fa freddo e la palla non rimbalza» ha detto a un certo punto sconsolato Jannik, ma la verità è che rimbalzava bene per Paul, aggressivo e sempre spesso sulle righe. Per cui il 6-1 finale è l'esatta fotografia di come l'americano aveva
studiato bene il suo compito impossibile. Poi, Sinner è Sinner, e il mondo al contrario finalmente si raddrizza: 6-0 il secondo set, subito break nel terzo. L'umidità che attanaglia Paul però fa ancora scattare l'allarme quando Jannik si tocca più volte la coscia e perde di nuovo il servizio. La lotta finisce al terzo match point: un dritto lungo di Paul fissa il punteggio sul 6-3, Roma dopo 47 anni avrà un finalista italiano e Jannik scrive sulla telecamera proprio quello, «Finale!». Che paura, però.
E che peccato che nel pomeriggio sia stata dura anche per Lorenzo Musetti, magari perché troppo stanco, perché c'era troppo vento o perché, semplicemente, «il miglior Alcaraz sulla terra è più forte di tutti». Insomma niente finale italiana agli Internazionali dopo 68 anni (l'ultima volta fu tra Pietrangeli e Merlo), e il tutto in un impianto sempre più grande (nel 2027 il Centrale avrà il tetto e 2000 posti in più) e sempre più pieno. Entusiasmo alle stelle per Jannik, ma anche per Musetti che poi però ha mal digerito la sconfitta per 6-3, 7-6 («sono arrabbiato,
mi sono concentrato solo sulle cose negative»). Questo non toglie il fatto che abbia giocato la sua terza semifinale consecutiva in un Masters 1000, come mai nessuno prima: «Da Monte Carlo a qui ho disputato almeno 15 partite di altissimo livello, ma questa volta ero troppo emozionato. Il campo e il vento erano uguali anche per Alcaraz: la verità è che nella giornata migliore, sulla terra rossa non ha rivali, è favorito anche contro Jannik».
Che cosa ne pensi Sinner della questione lo vedremo proprio contro Carlos, mentre oggi sarà, si spera, una nuova grande giornata
con la Paolini che sfida alle 17 Coco Gauff per essere la prima italiana a vincere gli Internazionali dal trionfo della Reggi del 1985, per poi giocare anche la finale di doppio domani. Stavolta dovrà andare tutto diritto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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