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Trigoria Grazie a Sordi il centro polifunzionale assiste molti anziani

RICERCA Progressi nella diagnosi e nella cura dell’Alzheimer. Il ruolo del sodalizio

«Molti anziani soffrono e sono sempre più a disagio. Bisogna portare loro un conforto, perché possano vivere la vita lieti e sereni, senza sentirsi scomodi». Era partito dalla certezza che le persone fragili, cioè affette da patologie tipiche dell'età senile, fossero una «risorsa importante per il miglioramento della società» Alberto Sordi, il celebre attore romano scomparso nel 2003, all’età di 82 anni. Che, grazie alla donazione di un terreno ha reso possibile, a Trigoria, la realizzazione di un centro polifunzionale per gli anziani, gestito dalla Fondazione Alberto Sordi e dipendente dal Campus bio-medico di Roma. Obiettivo della struttura è non solo fornire adeguate cure per la riabilitazione motoria e intensiva del paziente affetto da patologie degenerative, quali il morbo di Alzheimer e altre demenze invalidanti, ma anche il coinvolgimento degli anziani in attività di sostegno diversificate, come la lettura, il teatro, i corsi di giardinaggio e computer, fino ai laboratori di ricamo e falegnameria. Programmi che i medici, gli infermieri e gli operatori sociali hanno messo a punto per mantenere in esercizio le facoltà psico-fisiche dei simpatici vecchietti: memoria, manualità e volontà. È il sorriso di Concetta, classe 1910, a testimoniare la riuscita della missione della centro multifunzionale: «Sono felice perché a 99 anni riesco ancora a cucire e mi sento attiva» . Nel percorso di solidarietà della Fondazione, anche il sostegno per la ricerca scientifica, mirata a debellare le patologie della terza età, come l’Alzheimer. E' Paolo Maria Rossini, direttore scientifico del centro integrato di ricerca presso il Campus bio-medico, a regalare, attraverso la sperimentazione di un vaccino, la speranza di sconfiggere la malattia. «L'Alzheimer è una malattia subdola e silente, perché lavora indisturbata per anni prima di manifestare i suoi segni clinici.

Le nostre ricerche ci consentiranno di individuare la patologia grazie a un esame elettroencefalografico, in grado di identificare nel 94 per cento dei casi chi la svilupperà in futuro». E proprio a favore della ricerca, la Fondazione ha organizzato, il 15 giugno prossimo, una serata di beneficenza su «Alzheimer: lavori in corso», al teatro Argentina.

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