Ha ucciso la moglie e ora ha diritto alla pensione. Lincredibile verdetto arriva dalla Sardegna. Secondo lInpdad, il vedovo può ricevere la pensione di reversibilità dellex compagna. Che però è stata uccisa propria da lui.
Non è finita qui: lInpdad non rileva neppure lesistenza di una orfana ancora minorenne che per dodici anni, fino al mese scorso, ha percepito la pensione della madre. È uno scherzo di cattivo gusto della burocrazia, che non tiene mai conto di omicidi, processi o condanne. Lassassino ha scontato la pena, 14 anni e mezzo, mentre la figlia minorenne vive con la famiglia degli zii materni. Che adesso denunciano «questa vicenda vergognosa» della quale informeranno pure «il Capo dello Stato».
Irene Mele è di Nuoro. È la sorella di Annamaria, impiegata al ministero del Lavoro, uccisa il 3 dicembre 1998 dal marito Pierpaolo Cardia, guardia forestale: un litigio in casa. Luomo aveva utilizzato la pistola dordinanza, appoggiato la canna alla tempia della moglie e fatto fuoco. La figlia di sei anni era nella stanza a fianco.
Lassassino, dopo aver portato la bambina dai nonni, era poi andato a costituirsi dalla polizia. Era stato processato con il rito abbreviato e condannato a 14 anni e mezzo. Ma è fuori dal 2007 grazie allindulto. Pochi giorni dopo aver lasciato la cella, luomo aveva già chiesto la pensione di reversibilità della moglie.
La famiglia della donna uccisa, oggi è pronta a portare in prima pagina la vicenda e ad aprire una campagna. Da sempre la condanna di Pierpaolo Cardia è sembrata troppo debole ai parenti di Annamaria.
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