Il valore liberale trascurato dei «Promessi Sposi»

Il valore liberale trascurato dei «Promessi Sposi»

Esiste un testo, che abbiamo letto tutti, che avrebbe dovuto formare qualche generazione di italiani allo spirito liberale. Sono I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Recentemente lo ha ricordato Alberto Mingardi, ma il primo a scoprirne la sua portata liberale fu Luigi Einaudi che in una delle sue Prediche Inutili sottolineò: «Manzoni scrisse pagine stupende sui pregiudizi popolari intorno alla scarsità ed all'abbondanza del frumento e della farina, agli incettatori ed ai fornai; ché ogni volta che il discorso cade oggi sul rincaro dei viveri, sui prezzi al minuto e all'ingrosso, sulle malefatte degli accaparratori e degli speculatori, si leggono sui fogli quotidiani e si ripetono nei comizi gli stessi luoghi comuni che l'ironia manzoniana aveva bollato; e cadono le braccia».

Il capitolo a cui ci riferiamo è il 12esimo, quello della «Carestia». In una Milano affamata il popolo dà l'assalto ai forni e il governatore Ferrer e i magistrati commettono un errore economico dietro l'altro. Manzoni racconta quel clima favolosamente e nelle prime pagine del capitolo, prima dell'arrivo di un Renzo spaesato ma di buon senso («Chi fa il pane, se fanno a pezzi i forni?», si chiede), racconta il paradosso, così attuale, di chi voglia controllare la formazione dei prezzi. Il prezzo, ci spiegheranno poi Milton Friedman e soci, non è altro che una magnifica, per la sua sinteticità, informazione. Non far funzionare bene il meccanismo di rialzo e ribasso dei prezzi, mina l'essenza di un mercato, racconta una storia non vera. E che prima o poi porterà ad uno scoppio.

Ma ritorniamo ai Promessi sposi. È un crescendo. Prima la cultura del sospetto: Dopo un rincaro «nasce un'opinione ne' molti, che non ne sia cagione la scarsezza si suppone tutt'a un tratto che ci sia grano abbastanza». I prezzi non riflettono, per un collettivista, la scarsità di un bene, quanto la decisione di pochi nel determinarli. Se ci pensate è alla base delle differenza tra un'economia di mercato ed una di Stato.

Meglio, molto meglio di un manuale di economia, l'economista Manzoni ci spiega come funziona il meccanismo dei prezzi e con una scrittura piatta e ironica avrebbe dovuto far capire a milioni di studenti che non è attraverso il controllo dei prezzi che si combattono improvvisi rincari di un bene. Anzi al contrario. Fissare un tetto ai prezzi, controllarli centralmente, porta all'effetto esattamente contrario: nessun incentivo a produrre di più il bene scarso e tanto meno interesse da parte di eventuali esportatori di supplire al deficit che si è formato.

Per questo Einaudi nella predica inutile (Un libro per seminaristi e

studenti) dice: «Forse la sola prosa da cui sia possibile, con l'aiuto di un insegnante non del tutto fuori dalla vita di oggi, trarre qualche immediata applicazione economica, è il capitolo sulla carestia nei Promessi sposi».

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