Stilografiche con le cartucce piene, evidenziatori e pennarelli con le punte dure e l'odore di nuovo a tappo levato. Zaini leggeri, cartellette e raccoglitori vuoti. Libri intonsi, quaderni e diari con le pagine bianche. Grembiule e mise per il primo giorno sono puliti, stirati e sanno ancora di appena lavato. I compiti sono più o meno finiti e presto non saranno più un pensiero, almeno si spera. Il rito del back to school è pronto e smarcato, solo quello però. Perché bambini e ragazzi hanno la testa ancora in vacanza. Ma settembre è arrivato e per 8 milioni di studenti è scattato il countdown all'inizio della scuola.
A Bolzano è questione di ore: 72 al suono della campanella. Nel resto d'Italia ce la si può prendere più comoda, ma il destino è scritto: tra due settimane tutti sui banchi, alle prese con maestri e professori, compiti e interrogazioni, orari fissi e ritmi intensi. Addio mare, addio montagna. Ciao nonna, ciao amico di ombrellone e amore di bagnino. Tra nostalgia e voglia tornare a giugno per ricominciare l'estate di nuovo, c'è chi davvero vive male questo momento: se il 50% non è contento all'idea di alzarsi presto, far tutto di corsa per arrivare in classe puntuale, il 25% è proprio agitato al pensiero.
A dirlo è una ricerca condotta dall'Osservatorio Nazionale Adolescenza su 1700 teenager. Allora, cosa fare? L'unica è affrontare la ripresa con lo spirito giusto. I lati positivi del rientro non mancano. A cominciare dai compagni di classe per arrivare alle risate tra i banchi, fino agli innamoramenti che sbocciano all'intervallo. E poi c'è la gita in cartoleria per l'acquisto di penne e quaderni che è un momento cult. Ecco, la prima regola del decalogo del buon rientro sui banchi è concentrarsi proprio su questi aspetti piacevoli. La seconda è non stressarsi prima del tempo. Perché «i problemi si affrontano quando si verificano, senza ansia anticipatoria», spiega Maura Manca, psicoterapeuta e presidente dell'Osservatorio Nazionale Adolescenza. «Dopo avere assaggiato la libertà per tre mesi, immaginare di stare chiusi in classe per ore spaventa, può generare una sorta di soffocamento, a volte una vera sindrome da back to school, ma non ha senso stare male prima di iniziare».
Ecco la terza regola: la scuola non è una gabbia. Ai genitori il compito di spiegarlo ai figli, insistendo sul fatto che il tempo per divertirsi resta, basta stare in pari con lo studio e qualche ora libera al giorno salta fuori (regola 4). La quinta? Riprendere il ritmo gradualmente. Utile, in questo senso, stare in compagnia dei genitori (regola 6), come si faceva in vacanza, camminare all'aria aperta anche in città (regola 7), come si faceva in montagna, e passare dei pomeriggi con i compagni di classe (regola 8).
Importante è tenere sotto controllo i social la sera (regola 9): far tardi porta stanchezza e aumenta la fatica a concentrarsi, già alta al rientro; far tardi sui social, poi, è ancora peggio. Infine, godersi gli ultimi fine settimana liberi, a partire da oggi, che è sabato. Buon weekend, allora.
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