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Crt, via Palenzona: assalto alle poltrone

Il presidente sbatte la porta e lancia gravi accuse. Nel mirino le autoproclamazioni di Canavesio e Bima

Crt, via Palenzona: assalto alle poltrone

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Fabrizio Palenzona si è dimesso dalla presidenza di Fondazione Crt. Lo ha fatto alla sua maniera, con una lettera molto dura in cui ha orgogliosamente sottolineato di aver «onorato e servito la Fondazione Crt per quasi 30 anni pur non avendo, negli ultimi 25, rivestito alcun ruolo istituzionale». La situazione è definitivamente precipitata dopo il consiglio d’amministrazione ad alta tensione di lunedì, proseguito fino a tarda sera. Palenzona ha abbandonato la riunione appena prima che venissero decise le nomine delle partecipate dell’ente: il centro tecnologico e fieristico Ogr, l’immobiliare Ream e la vicepresidenza di Equiter. Cariche per le quali lui aveva proposto alcuni candidati, che non sono stati nemmeno presi in considerazione. Le varie poltrone se le sono divise tre dei quattro consiglieri ribelli che hanno guidato l’attacco alla sua presidenza: all’imprenditore Davide Canavesio, infatti, è andata la presidenza e la carica di ad in Ogr, mentre al notaio Caterina Bima, moglie di Michele Vietti, la vicepresidenza; Antonello Monti sarà invece presidente di Ream, con Bima nel ruolo di vice. Sempre a Canavesio, infine, la vice presidenza di Equiter. Palenzona, nella sua lettera di congedo, ha definito un «pessimo spettacolo» quello offerto «da taluni componenti degli organi sociali, che hanno cercato di piegare a logiche spartitorie la gestione di un ente volto invece all’aiuto filantropico e al sostegno di iniziative sociali».
Tutto era iniziato venerdì, quando i quattro consiglieri avevano sfiduciato Andrea Varese, segretario generale scelto da Palenzona che si era occupato di segnalare al ministero dell’Economia - che vigila sulle fondazioni bancarie - un tentativo imputato al consigliere d’indirizzo Corrado Bonadeo di mettere insieme un patto occulto tra consiglieri per orientare politiche e nomine. Bonadeo si era poi dimesso, ma i consiglieri ribelli non avevano digerito che la segnalazione - firmata dallo stesso Palenzona - non fosse passata prima dal cda. A farne le spese era stato però Varese. L’ormai ex capo di Crt, che durante la guida dell’ente ha rinunciato a compensi e rimborsi spese, ha denunciato «bieche speculazioni sulla mia persona e sui miei collaboratori, così come sulle importanti operazioni effettuate negli ultimi mesi; peraltro sempre approvate all’unanimità» dal cda. Il riferimento è ai contestati investimenti in Banca di Asti, Banca del Fucino e le vigne Enosis nell’Alessandrino, considerati troppo poco torino-centrici. Palenzona, che ha ringraziato Varese, nel cda di lunedì aveva difeso il suo operato portando pareri legali e un faldone che conterrebbe le prove del famigerato patto occulto. Ma il cda ha ritenuto di non approfondire le indagini, con la motivazione di far lavorare sereno il nuovo consiglio d’indirizzo. «Ho agito avendo la legalità come stella polare, evitando di insabbiare quanto accaduto come forse molti auspicavano», ha scritto sulla questione Palenzona. E ancora: «Non posso tollerare maldicenze e comportamenti opportunistici» manifestamente «contrari con la missione della Fondazione o comunque anche solo incoerenti con i valori e i principi che mi avevano portato ad accettare il ruolo». Ora, con le dimissioni di Palenzona, i riflettori si accenderanno su Crt, con il Tesoro che potrebbe decidere di avviare un’indagine.

Nel frattempo, la presidenza sarà assunta ad interim da Maurizio Irrera, attuale vicepresidente vicario.

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