Mondo nel pallone

Identità, talento e successo economico: le lezioni del modello Ajax

Nel libro "Modello Ajax" Gabriele Clementi presenta la strategia dei Lancieri di Amsterdam, analizzata con attenzione sotto il profilo sportivo e industriale

Identità, talento e successo economico: le lezioni del modello Ajax

L'Ajax è una delle squadre più prestigiose del panorama calcistico europeo. I Lancieri di Amsterdam sono stati dominanti nel Vecchio Continente ai tempi del Calcio totale, hanno vinto tre Coppe dei Campioni con Johan Cruyff come faro e fornito l'ossatura dell'Olanda vicecampione del mondo nel 1974 e nel 1978. Da allora in avanti hanno continuato, con alti e bassi, a essere una fucina di talenti. Da Marco van Basten a Denis Bergkamp, da Clarence Seedorf a Wesley Sneijder, leggende del calcio e grandi talenti, prospetti e giocatori di punta sono stati sfornati dal vivaio dell'Ajax. Capace di trasformarsi da squadra di primo piano a fucina in grado di promuovere campioni e ottimi giocatori nel proprio settore giovanile e di risultare industrialmente sostenibili nel calcio globalizzato dei capitali massicci iniettati nei top club europei.

L'Ajax, in sostanza, rimane squadra in grado di mantenersi sostenibile sul piano economico puntando su due strategie: da un lato, gli introiti legati alla partecipazione alle competizioni Uefa per club; dall'altro, le plusvalenze dei giocatori formati in casa o, più raramente, acquistati a basso prezzo da squadre secondarie del campionato olandese. Al centro del modello Ajax un preciso luogo: lo Sportcomplex De Toekomst, il centro delle giovanili del club sito a Ouder-Amstel, vicino alla Johan Cruyff Arena. Toekmost in olandese significa "futuro", e non è un caso. Come ben spiega Gabriele Clementi in "Modello Ajax", saggio in cui la strategia dei Lancieri di Amsterdam viene analizzata con attenzione sotto il profilo sportivo e industriale.

Studioso di dinamiche manageriali applicate al calcio, nel suo saggio Clementi applica un'originale comparazone del modello aziendale del make or buy all'Ajax. Sottolineando come l'Ajax riesca a promuovere successi economici e industriali nel suo modello calcistico modernizzando e puntando a rendere sempre più originale la sua identità sportiva.

Innanzitutto, la struttura. Il segreto del Toekomst è una formazione continua, un kaizen, un metodo-Toyota applicato al calcio dove l'obiettivo è il miglioramento graduale dei giocatori durante l'intero corso del settore giovanile. Di Cruyff e van Basten ne nasce uno in una generazione calcistica, di Seedorf, Bergkamp e Sneijder non ne arrivano ogni giorno, di uomini a tutto tondo plasmati dal Toekomst ce ne sono tanti. Indipendentemente dal successo o meno nel mondo del calcio. I "Godenzonen", i figli dei dei delle giovanili dell'Ajax, che prende il nome dell'omerico eroe Aiace Telamonio, sono, ricorda Clementi, plasmati da "istruzione e cultura come sinonimi di una cultura sportiva di classe". Puntando "non solo su aspetti strettamente sportivi", pure valorizzati a tutto tondo aggiungendo al calcio percorsi di atletica e arti marziali, ma anche su "fattori sociali, educativi e di altro genere, che possono in qualunque modo intervenire sulla formazione del calciatore". Ogni prodotto del Toekomst è cesellato a trecentosessanta gradi e pronto a entrare nelle logiche del campo che per le giovanili dell'Ajax significa una standardizzazione tattica.

AJAX

Si gioca col 4-3-3 dai 13 ai 18 anni, si lavora su un gioco frizzante, offensivo, creativo e veloce. In un acronimo: Tips. Technique, Insight, Personality, Speed, cioè tecnica, istinto, personalità e velocità. Il modello olandese, così ossimorico rispetto all'imagine tradizionale del rigido calvinismo dei Paesi Bassi ma così proprio dell'aria libertaria di Amsterdam, in quattro lettere.

Il costo del sostegno all'apparato giovanile? Clementi lo stima in sei milioni di euro l'anno. Comprensivi di spese per il personale e formazione dei tecnici. Una vera e propria minera per l'Ajax, che fonda il suo equilibrio economico, come detto, sui proventi sportivi e economici dei talenti costruiti in casa. Dal 2007 al 2020, ha calcolato Clementi, ben 55 giocatori su 74 venduti dall'Ajax nel calciomercato sono stati cresciuti in casa. E "notiamo che l'Ajax ha ottenuto ben 751 milioni di euro" dalle vendite dei giocatori in questione, dei quali "560 milioni dalla vendita di giocatori ottenuti dal vivaio. Quindi il 73,5% dei ricavi proviene direttamente dal settore giovanile". Tra i giocatori formati nel settore giovanile in questa fase, il già citato Sneijder, venduto nel 2007 al Real Madrid per 27 milioni di euro; Marteen Stekelenburg, ceduto alla Roma nel 2011 per 7,3 milioni; Christian Eriksen, ceduto al Tottenham per 14,15 milioni nel 2013; Davy Klaassen, passato dall'Ajax all'Everton per 27 milioni nel 2018; Frenkie De Jong e Matthijs De Ligt, passati a Barcellona e Juventus nel 2019 per 86 e 85,5 milioni di euro nel 2019; Donny van der Beck, comprato dal Manchester United nel 2020 per 39 milioni.

Il totale delle vendite, nel frattempo, con le ultime sessioni di mercato, sfiora il miliardo di euro. L'Ajax ha incassato 30 milioni di euro nel 2021 e l'astronomica cifra di 216,52 milioni con le cessioni nel 2022. Nell'ultima sessione estiva sono stati ceduti calciatori acquistati a basso prezzo come Antony, passato allo United per 95 milioni, l'argentino Lisandro Martinez, preso dal Tottenham per 57, la punta Sebastien Haller andato al Borussia Dortmund per 31 milioni e Ryan Gravenberch, passato al Bayern Monaco per 19. Quest'ultimo è il più pagato dei giovani talenti cresciuti in casa Ajax nel 2022. La sua sola cessione basterà a pagare tre anni di gestione del settore giovanile o nuovi acquisti da valorizzare. Per continuare a creare, anno dopo anno, il modello Ajax. Capace di trasmettersi fuori dall'Olanda in altre squadre.

Benfica e Porto sono i "re" delle cessioni in Portogallo, ma raramente hanno una pervasività dei prodotti del vivaio nei loro bilanci di cessione. La squadra col modello più simile a quello Ajax è la nostra Atalanta, le cui dieci cessioni record sono avvenute dal 2017 a oggi. Dietro Cristian Romero, venduto a 50 milioni al Tottenham l'estate scorsa, si classificano diversi prodotti del vivaio. Dejan Kulusewski, esterno svedese venduto alla Juventus per 35 milioni nel 2020, è secondo, seguito da Frank Kessie (al Milan per 32 milioni nel 2019), Alessandro Bastoni (all'Inter per 31,1 nel 2018), terzi e quarti. Andrea Conti, sesto, andò al Milan per 24 milioni nel 2017, mentre nel 2020-21 lo United ha acquistato Amad Diallo per 21,3 milioni (ottavo) e la Roma Gianluca Mancini, nono, per 21. Il totale fa 284,7 milioni, di cui 174,5 imputabili al vivaio.

Un percorso che spinge anche a Bergamo il "modello Ajax", via per la sostenibilità in un calcio finanziariamente sempre più sperequato.

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