Politica

Il Colle taglia tre milioni di euro: si salvano solo i corazzieri

Pubblicato sul sito internet del Quirinale il bilancio di previsione per il 2010. Trecento persone in meno, blocco del turn over e altri risparmi di gestione. Costa sempre molto più dell'Eliseo e della Casa Bianca, ma il Palazzo dei Papi «è un museo che vale 19 milioni»

Il Colle taglia. Tre milioni di euro di spese cancellate per il 2010, trecento persone in meno a libro paga per l'anno in corso, blocco del turn-over e la prospettiva, una volta aggiustati i conti, di riuscire a creare tra qualche tempo dei nuovi posti di lavoro.
Sul sito internet del Quirinale, ecco il bilancio di previsione per il 2010 che, si legge, «consegue per la prima volta una riduzione in valore assoluto dell'ammontare della dotazione rispetto a quella dell'anno precedente di 3.217.000 euro». Un risultato, sottolinea la nota illustrativa firmata dal segretario generale Donato Marra, che «va ben al di là dell'impegno assunto in sede di predisposizione del bilancio pluriennale dello Stato per il 2009-2011». Cioè la promessa della presidenza della Repubblica di mantenere fermo «l'ammontare della dotazione per l'intero triennio al livello del 2009 pari cioè a 231.217.000 euro», è stata più che rispettata.
Spese ridotte soprattutto con il blocco del turn over, il taglio al personale e la razionalizzazione delle strutture amministrative che sono «una risposta alle critiche contro i costi della politica e delle istituzioni» montate in questi anni.
La presidenza della Repubblica rivendica «la coerenza di questa politica di rigore» e, in una nota aggiuntiva, invita a non fare paragoni con altri palazzi presidenziali del resto del mondo. Buckingam Palace, la Casa Bianca, l'Eliseo, nonostante i tagli di Napolitano, costano di meno? Certo. Ma quelli, si risponde, sono edifici più piccoli, più modesti. Non sono certo paragonabili a quel grande museo che è il Palazzo dei Papi. «Permane la tendenza ad effettuare comparazioni improprie, con i bilanci di amministrazioni omologhe di altri Paesi - osserva, infatti, Donato Marra - Ma sul piano metodologico non si può non ribadire la necessità di confrontare tra loro realtà analoghe sia sul piano istituzionale delle competenze sia su quello più strettamente amministrativo e dei criteri di imputazione delle spese». E questo perchè i criteri di formazione degli strumenti contabili «possono variare significativamente se lespese relative al personale e/o alla gestione dei beni patrimoniali vengono imputate o meno direttamente al bilancio dello Stato».
A questo proposito, il Quirinale fa l'esempio delle pensioni, che in altri Paesi «sono a carico del bilancio dello Stato o di separate gestioni previdenziali». Inoltre, aggiunge il segretario generale, sull'amministrazione del Colle gravano «rilevanti oneri aggiuntivi per la gestione, manutenzione e valorizzazione di un patrimonio immobiliare e mobiliare unico al mondo sotto il profilo storico, artistico e naturalistico, attualmente stimabile prudenzialmente in almeno 19 milioni di euro». Insomma, si tratta di «costi aggiuntivi» che andrebbero «depurati» se si vuol fare un paragone con gli altri grandi Paesi.
Per quanto riguarda il personale, si sottolinea che «grazie al mantenimento del blocco del turn over dei dipendenti di ruolo, ed alla progressiva riduzione di quelli distaccati, comandati e a contratto, il numero complessivamente a disposizione dell'amministrazione si è ridotto rispetto al 2006 di ben 302 unità».

È stato tagliato, tra l'altro, sempre dal 2006, di 183 persone il personale militare e delle forze di polizia. Dalla scure si salvano per fortuna soltanto i 259 corazzieri del presidente, con le uniformi di gran gala, i cavalli e gli elmetti dorati e ornati di criniera. Loro, certo, non si potevano sforbiciare.

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