Cronaca giudiziaria

Le aggressioni, le immagini, la gang: quel che non torna sul caso Salis

Ilaria Salis rischia 24 anni di reclusione con l'accusa di aver preso parte a due aggressioni in Ungheria. Orban: "Verranno garantiti tutti i suoi diritti"

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Il caso di Ilaria Salis continua a tenere banco nel dibattito pubblico del Paese mentre i suoi avvocati lavorando per riuscire a riportarla in Italia, dove viene chiesto che sconti la pena prevista agli arresti domiciliari. Sono diversi i punti oscuri della vicenda, per la quale l'italiana sta rischiando una condanna a 24 anni di reclusione. Quando l'insegnante 39enne è stata fermata dalla polizia aveva con sé un manganello retrattile ma l'arresto non è avvenuto in flagranza di reato. Gli assalti dei quali viene ritenuta responsabile si sono verificati tra il 9 e il 10 febbraio durante la commemorazione del "Giorno dell'Onore".

All'arresto le sono state contestate 4 aggressioni ma l'accusa per due è caduta in sede processuale, in quanto l'italiana non si trovava ancora in Ungheria quando si sono verificate. Anche sulle altre due, però, sussistono dei dubbi in merito alla sua effettiva presenza in loco. Le vittime dell'aggressione non sono riuscite a fornire indicazioni sulle persone che hanno condotto l'attacco e anche delle telecamere di sorveglianza gli investigatori non sono riusciti ad avere dati inequivocabili in merito all'identità del commando. Le immagini delle telecamere dell'ufficio postale, che sono state visionate dalla polizia e che rappresentano la testimonianza più attendibile dell'assalto, non offrono comunque inquadrature abbastanza nitide per poter identificare Salis. La stessa perizia dell'antropologo non ha potuto dare una conferma inequivocabile che tra le cinque persone che hanno aggredito gli esponenti di destra ormai a terra ci fosse Ilaria Salis.

Tra i tanti dubbi c'è anche quello della presunta affiliazione alla "Banda del Martello", gruppo tedesco fondato a Lipsia ben noto alle forze dell'ordine della Germania, che ha come ragione d'essere "assaltare militanti fascisti o di ideologia nazista". Tuttavia, l'italiana ha sempre negato di essere affiliata a quel gruppo e, soprattutto, la polizia tedesca non ha mai avuto prove di un suo coinvolgimento, tanto che il nome di Salis non compare mai nei verbali degli inquirenti. Intanto, in un virgolettato rilasciato a La Stampa, il premier ungherese Viktor Orban ha dichiarato: "Non posso influenzare la magistratura in nessun modo. Come sapete il potere giudiziario è totalmente indipendente dal governo. L'unica cosa che posso fare è esercitare un'influenza affinché abbia un equo trattamento, e lo prometto.

Verranno garantiti tutti i suoi diritti".

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