Cronaca internazionale

"Nessun sopravvissuto". Il presidente iraniano Raisi è morto nello schianto del suo elicottero

L'incidente si è verificato nel pomeriggio di domenica 19 maggio. I soccorritori hanno cercato il velivolo per tutta la notte, in condizioni meteo difficili. Tutti i passeggeri sono deceduti nello schianto

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Il presidente iraniano Ebrahim Raisi è morto. Dopo una notte di ricerce tra le montagne nel nord del Paese, la Mezzaluna Rossa ha annunciato il decesso del capo del governo di Teheran il cui elicottero si è schiantato nel pomeriggio di domenica 19 maggio. Nell'incidente hanno perso la vita anche gli altri passeggeri del velivolo, tra cui il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, e i membri dell'equipaggio. I corpi di tutte le nove persone che si trovavano a bordo sono stati recuperati e sono in viaggio verso Tabriz, dove martedì 21 maggio si terranno i funerali di Raisi. A seguito di questa notizia, è stata convocata una riunione urgente dell'esecutivo iraniano e le autorità hanno assicurato che non vi saranno problemi nella gestione del Paese.

"Quando è stata scoperta la posizione dell'elicottero precipitato, non è stata trovata alcuna traccia di passeggeri vivi dell'elicottero", ha dichiarato al canale televisivo Irirb il capo della Mezzaluna Rossa iraniana, che ha spiegato come il velivolo sia stato avvolto dalle fiamme dopo essere precipitato. La notizia è stata confermata anche dall'agenzia stampa Mehr: "Il presidente iraniano Ebrahim Raeisi e il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian martiri nell'incidente in elicottero avvenuto domenica". Oltre ai due membri dell'esecutivo, sul velivolo si trovavano anche il governatore della provincia dell'Azerbaigian orientale Malik Rahmati e l'imam di Tabriz Mohammad Ali Al Hashem.

Il governo di Teheran ha annunciato ufficialmente l'accaduto tramite un tweet del vicepresidente Mohsen Mansouri e la televisione di Stato, mentre in rete sono comparsi video e immagini del sito dello schianto che mostrano chiaramente come l'elicottero si sia disintegrato a seguito dell'impatto. Il resti del velivolo sono stati individuati grazie a un drone inviato dalla Turchia a sostegno delle operazioni di ricerca, che ha rilevato una fonte di calore all'interno della foresta dove si stavano muovendo le 40 squadre di ricerca mobilitate per trovare il presidente.

Nelle concitate ore successive all'incidente, le autorità della Repubblica islamica hanno diffuso una serie di notizie contrastanti e spesso smentite o contradditorie. Secondo diversi osservatori internazionali, la comunicazione caotica era un segno del panico diffusosi tra le istituzioni del Paese per la perdita di due figure fondamentali nella struttura del potere. Mentre le ricerche dell'elicottero erano ancora in corso, inoltre, sono emersi video di lanci di fuochi artificiali dalle abitazioni di cittadini iraniani, che hanno accolto con gioia la possibile morte del capo del governo.

Raisi aveva 63 anni ed era diventato presidente nel 2021. Protetto della guida suprema Ali Khamenei e suo probabile successore, era noto come il “macellaio di Teheran” per le esecuzioni di massa di prigionieri politici nel 1988. Durante il suo governo, il Paese è stato infiammato dalle proteste scoppiate a seguito dell’uccisione di Masha Amini da parte della polizia morale, soffocate con una dura repressione che ha provocato più di 500 morti e portato a 22mila arresti. Il defunto capo del governo ha inoltre puntato sull’allineamento della Repubblica islamica con Cina e Russia, tramite accordi bilaterali e il rifornimento a Mosca di droni kamikaze per la sua guerra in Ucraina, e sul rafforzamento della rete di proxy in Medio Oriente come gli Hezbollah e gli Houti.

Sempre sotto l'egida di Raisi, la Repubblica islamica ha anche scagliato contro Israele un attacco senza precedenti con missili e velivoli senza pilota, tutti intercettati grazie alla collaborazione di Tel Aviv con Paesi arabi e Stati Uniti.

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