C’è chi la paragona alla superficie lunare, chi ad una città bombardata. Difficile credere che si parli di Roma, la città dell’emergenza perfetta. Ogni stagione ha la sua. Il caldo ha portato siccità e spazzatura in abbondanza, la mezza stagione la ricorderemo per il gran numero d’alberi che si sono schiantati a terra, il freddo di ora per la piaga delle buche.
La spolverata di neve che ha imbiancato la Capitale ha regalato alla città scorci da sogno e strascichi da incubo. Nel giro di poche ore il nevischio depositato a terra si è trasformato in ghiaccio, allargando le crepe dell’asfalto. La pioggia incessante ha fatto il resto. E sulle strade sono affiorate almeno 50mila buche. È questa l’emergenza del momento, ma c’è chi è pronto a giurare che non ce ne libereremo tanto facilmente.
Meglio farci l’abitudine allora, e non lasciarsi prendere alla sprovvista. Come è capitato ad un sessantenne, sprofondato in una delle tante voragini disseminate lungo il viale del Muro Torto. Lo vediamo a bordo strada, con la gomma a terra, la moglie incavolata e nemmeno il numero di un carroattrezzi per farsi venire a recuperare. È tornato in città dopo un soggiorno venzuelano di qualche settimana. Quando lo avviciniamo per dargli una mano ci guarda disorientato: “Le strade laggiù sono più dignitose”.
Gomme forate, cerchi distrutti, pneumatici e sospensioni da rifare. Stando alle stime del Codacons, almeno un veicolo su dieci è incappato in qualche voragine riportando danni. Poi c’è Maria, che con la sua Cinquecento rossa batte tutti quanti, dicendo addio nel giro di pochi giorni a ben quattro gomme. La incontriamo davanti ad una delle tante officine della Capitale, prima di lei c’è un’anziana che è lì per la stessa ragione e dopo sarà il turno di un uomo sulla quarantina che non fa eccezione: “Ho preso una buca sulla Tangenziale e mi si sono squarciate due gomme sul lato destro della vettura”. Ognuno di loro si alleggerirà di almeno un centinaio d’euro, per la gioia del gommista. Il solo a sorridere da queste parti: “Il lavoro – ci dice – è aumentato, ripariamo almeno otto-nove veicoli al giorno e, nel 90 per cento dei casi, dobbiamo rimediare ai danni provocati dal dissesto stradale” (guarda il video).
Facce scure anche a due passi dalla Basilica di San Giovanni dove c’è una stradina che non ha davvero nulla da invidiare ad un campo minato. Si chiama via Foligno ed è congestionata dal traffico. Si procede a passo d’uomo, in salita e con la massima cautela, scartando una ad una le decine di voragini che si sono aperte sull’asfalto. Ci viene la curiosità di contarle, facciamo inversione e ripartiamo dal via: alla fine del tragitto sono almeno venticinque. E in questa quotidiana corsa ad ostacoli, a rischiare di più sono gli scooteristi. Caterina ha trent’anni e si muove in Vespa per necessità. “Dopo la nevicata la condizione delle strade è diventata pessima, le buche cerchiamo di evitarle ma non sempre ci si riesce”. Ieri, ad esempio, ne ha presa una in pieno: “Per fortuna sono rimasta in piedi ma il contraccolpo alla schiena è stato forte e mi toccherà fare fisioterapia”.
Il lamento è corale, e sul tavolo della procura di Roma è spuntato anche un esposto degli autisti dell’Atac. “Guidare i bus tra le voragini non è facile”, spiega Claudio De Francesco della Faisa Confail. “Nei giorni scorsi, a causa di una buca, un autobus ha perso una delle gomme posteriori che si è staccata, immaginate se fosse finita addosso ad un pedone”. La situazione è critica non solo dal punto di vista dei mezzi, ma anche dei lavoratori. “Decine - denuncia il sindacalista - sono ko per problemi alla colonna vertebrale”.
Dopo il vertice con i municipi di giovedì scorso il Campidoglio, è proprio il caso di dirlo, prova a metterci una “pezza”. E in giro per la città sono comparse decine di operai che svuotano frettolosamente il bitume all’interno dei crateri e se ne vanno. Ma la toppa sembra essere peggiore del buco visto che gli interventi messi in campo per tamponare l’emergenza, secondo gli addetti ai lavori, sono destinati a durare poco. “Stanno riempiendo le buche con asfalto a freddo, compattato con i piedi o con la pala al posto del rullo, questo significa che alla prossima pioggia potremmo ritrovarci nella stessa situazione”, spiega Sergio Fabrizi, rappresentante sindacale dell’Ugl Polizia Locale. “Ci troviamo davanti al risultato di anni di cattiva manutenzione, e ora ne paghiamo lo scotto in una città che sembra bombardata”.
Riuscirà il Campidoglio a garantire 150 interventi al giorno, riportando la situazione alla normalità in un mese? Questa, stando alle rassicurazioni dell’assessore ai Lavori Pubblici Margherita Gatta, è la road map prevista dal cosiddetto “Piano Marshall” per i municipi. A dispetto del nome roboante, però, la misura è stata accolta dallo scetticismo generale. Si parla di 17 milioni di euro che, secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio, Fabrizio Ghera, rappresentano “una mancia rispetto alle risorse che servirebbero”.
Anche Fabrizi concorda: “I fondi stanziati per gli interventi – ci dice – appaiono insufficienti se divisi per i chilometri di strade della città, questo significa che si tratterà solo di nuovi rattoppi e che, ancora una volta, non si procederà alla riasfaltatura delle strade principali per risolvere il problema una volta per tutte”.
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