Un anno fa quattro cardinali hanno sollevato alcuni "dubia" sull'esortazione apostolica "Amoris Laetitia" di Papa Bergoglio. Oggi, a trecentosessantacinque giorni di distanza, uno dei prelati firmatari è tornato a parlare. Il cardinale Burke, infatti, considerato dai più un membro del fronte tradizionalista, sembra insistere nel chiedere una risposta a Francesco: "A un anno dalla pubblicazione dei "dubia" su "Amoris laetitia", che non hanno ottenuto alcuna risposta dal Santo Padre - ha dichiarato Burke - constatiamo che la confusione sull’interpretazione dell’esortazione apostolica è sempre maggiore. Per questo motivo si fa ancora più urgente la nostra preoccupazione per la situazione della Chiesa e per la sua missione nel mondo", ha specificato il cardinale. La domanda che molti si facevano all'epoca, e che tutt'ora si fanno, è relativa alla possibile solitudine nelle istituzioni ecclesiastiche dei cardinali firmatari. Burke, Brandmuller e i defunti Caffarra e Meisner erano isolati al momento della sottoscrizione dei dubia? Secondo il fronte conservatore non lo erano e non lo sono affatto.
Fonti del Giornale.it parlano di altri porporati non apparsi pubblicamente tra i firmatari, ma convinti sostenitori delle ragioni del documento inviato alla Santa Sede ormai un anno fa. Sempre le stesse fonti, inoltre, sottolineano come i quattro cardinali rappresentino l'espressione più in vista di un dissidio interno, animato altresì da "interi episcopati che fanno resistenza aspettando tempi migliori". Il riferimento implicito sarebbe ai vescovi polacchi, a quelli ungheresi, a parte della Chiesa africana e di quella statunitense. Il cardinale Burke - nell'intervista citata - ha sottolineato l'urgenza di un intervento chiarificatore del Papa, riferendosi anche alla Correctio diretta al pontefice e promossa da 250 tra accademici e sacerdoti:"Sì, per queste gravi ragioni, un anno dopo aver resi pubblici i "dubia", mi rivolgo di nuovo al Santo Padre e a tutta la Chiesa, sottolineando quanto sia urgente che - ribadisce Burke - nell'esercitare il ministero che ha ricevuto dal Signore, il papa confermi i suoi fratelli nella fede con una chiara manifestazione dell'insegnamento riguardante sia la morale cristiana che il significato della pratica sacramentale della Chiesa". Parole poco soggette ad interpretazioni, dunque, che evidenziano come l'attesa per la pronuncia del Papa sia ancora viva.
Protagonisti della contesa dottrinale, poi, sarebbero anche i cardinali Sarah e Mueller. Il primo è stato "ripreso" dal Papa a mezzo stampa sull'interpretazione del Motu Proprio "Magnum principium", testo finalizzato a riformare le normative canoniche relative alla traduzione dei testi liturgici, il secondo, considerato da molti a capo della fronda antiBergoglio ha, in realtà, aperto ad "Amoris Laetitia" dichiarando che l'esortazione risulta essere in linea con la dottrina cattolica. Si vocifera che i cardinali tradizionalisti, però, abbiano deciso di non aspettare passivamente la risposta del Papa alle questioni segnalate e che si muovano in funzione di un possibile "allargamento della cerchia". Circa una settimana fa, del resto, il sito Libertà e Persona, ha riportato le parole di un altro cardinale africano: Francis Arinze, già membro della Congregazione per la Dottrina della Fede. Un altro prelato che secondo il sito citato sarebbe destinato ad essere "ignorato" da Bergoglio. A tutto questo, infine, si aggiunga che da tempo si vocifera l'esistenza di un quinto firmatario dei dubia, che tuttavia avrebbe scelto di restare anonimo.
Papa Francesco ha annunciato di essere in procinto di dare una: "risposta ad alcune domande importanti sull’Eucaristia e la Messa, per riscoprire, o scoprire, come attraverso questo mistero della fede risplende l’amore di Dio". Il momento in cui Papa Francesco risponderà ai cardinali dei "dubia", insomma, potrebbe essere temporalmente vicino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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