La Costituzione vieta «la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Se ne parla in questi giorni per le aggressioni, di marca fascista, patite, non compiute, da CasaPound e Forza Nuova. Cosa si intende allora per partito fascista? Violento, non democratico, dittatoriale, senza democrazia interna, con una gerarchia militare in cui il partito domina e prevale sui diritti individuali e sui deputati. Insomma, fascismo è dittatura, limitazione della libertà e dei diritti, attribuzione di tutti i poteri al capo. Mi pare chiaro che, in Italia, l'unico partito fascista ricostituito è il cosiddetto M5S; e oltre che fascista è sfascista nei fatti. I parlamentari hanno diritti inferiori ai colleghi degli altri partiti e per molto tempo, durante la dittatura di Grillo, hanno avuto la consegna del silenzio assoluto: non potevano fare dichiarazioni. Eppure si chiama «Parlamento», non «mutamento». Poi è arrivata l'ora del delfino. Il Trota di Grillo è Giggino Di Maio. Grillo ha scelto il può fragile e il più ignorante, con un'ariuccia composta e per bene, per rassicurare le mamme di figli non sempre intelligenti, ma ben educati.
Così, dopo aver costruito un partito a forza di «vaffa», Grillo ha imposto, attraverso Di Maio, la nuova regola: non dire parolacce. Altre idee non si sono viste, se non la garanzia di un sussidio di sussistenza per chi non ha mai lavorato come lui. Quando la lotta di liberazione avrà fatto cadere il nuovo fascismo Di Maio tornerà disoccupato.
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