Così i prof insegneranno la teoria gender nelle scuole

Ecco il contenuto dei tre libri con cui istruire i docenti su come insegnare la teoria gender ai propri alunni

Così i prof insegneranno la teoria gender nelle scuole

La teoria gender verrà insegnata nelle scuole. Sono, infatti, pronti i “percorsi innovativi di formazione e aggiornamento per dirigenti, docenti e alunni sulle materie antidiscriminatorie, con particolare focus sul tema Lgbt e sui temi del bullismo omofobico e transfobico”. Un’iniziativa che nasce nell’ambito “strategia nazionale” anti omofobia e che il governo Letta ha affidato a 29 associazioni del mondo Lgbt, finanziata con 10 milioni di euro.

I tre volumi che spiegano la teoria gender

Si tratta di tre volumi quasi identici, ognuno per i vari gradi scolastici: superiore, media inferiore ed elementare. Il libello intitolato ‘Educare alla diversità nella scuola’, secondo il giornale online Tempi, ha lo scopo di spiegare che omosessuali si nasce, non si diventa. Per evitare discriminazioni non è sufficiente “essere gay friendly (amichevoli nei confronti di gay e lesbiche), ma è necessario essere gay informed (informati sulle tematiche gay e lesbiche)”. I docenti non dovranno limitarsi a non insultare o non escludere i gay ma dovranno evitare “analogie che facciano riferimento a una prospettiva eteronormativa (cioè che assume che l’eterosessualità sia l’orientamento normale)”, poiché queste possono tradursi nella pericolosa assunzione “che un bambino da grande si innamorerà di una donna”. È vietato quindi elaborare compiti che non contengano situazioni diverse e occorre formulare problemi del tipo: “Rosa e i suoi papà hanno comprato tre lattine di tè freddo al bar. Se ogni lattina costa 2 euro, quanto hanno speso?”.

L'identità sessuale

Secondo questi opuscoli, l’identità sessuale sarebbe suddivisa in quattro parti. La prima componente è l’identità biologica che si riferisce al sesso. La seconda è l’identità di genere che dipende dalla percezione che si ha di sé e “non sempre l’identità di genere e quella biologica coincidono”. La terza è il ruolo di genere, imposto dalla società e infine c’è l’orientamento sessuale, da cui dipende l’attrazione verso altre persone che possono essere dello stesso sesso o del sesso opposto.

Secondo queste linee guida non esistano “individui attratti dal proprio sesso che non hanno comportamenti omosessuali o alcuna attività sessuale” e pertanto gli alunni devono imparare che queste persone “hanno forti sensi di colpa rispetto alla propria omosessualità”. Questa si chiama “omofobia interiorizzata” e dipende da “pregiudizi e discriminazioni che possono rendere più difficile l’accettazione del proprio orientamento”, mentre le “terapie riparative” vengono definite “estremamente pericolose”.

Come riconoscere un omofobo

“L’individuo omofobo” viene descritto come un anziano accecato da un alto “grado di religiosità” e di “ideologia conservatrice”. Si va dall’ “omofobo di tipo religioso che considera l’omosessualità un peccato” a quello “scientifico che la considera una malattia”, fino ai “genitori omofobi”. Nei libretti anti-omofobia si trova anche il questionario per misurare il proprio grado di omofobia e si consiglia di coinvolgere nel progetto anche i genitori. A chi chiede perché ci sono persone con attrazioni dello stesso sesso, si consiglia di rispondere che è così “per la stessa ragione per cui altri individui sono attratti da persone del sesso opposto”. A chi domanda l’omosessualità si può guarire si deve risponde di no, ricordando che “chiunque dica il contrario diffonde un pregiudizio”.

I giochi gay-friendly

Si invitano i docenti a far vedere ai propri alunni serie tv con “famiglie allargate” come Modern Family, oppure Tutto in famiglia o La vita secondo Jim in cui vi sono genitori eterosessuali litigiosi. Si consiglia di fare attività come “Gioco dei fatti e delle opinioni” o Caccia agli stereotipi”, con i quali, in sintesi, si fa il lavaggio del cervello ai propri studenti.

Gli insegnanti dovranno anche cercare di far immedesimare gli alunni “eterosessuali” con gli “omosessuali” e metter loro “in contatto con sentimenti e emozioni che possono provare persone gay o lesbiche”. Si propone la visione di documentari come Kràmpack, in cui la masturbazione fra due ragazzi è presentata come esplorazione e «gioco».

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