Disinformatia del «Fatto quotidiano» per uno dei suoi beniamini, Antonio Ingroia: «Sicilia e Servizi. Cade l'ultima accusa a Ingroia. Nessun abuso. Archiviata l'inchiesta penale, finisce nel nulla anche quella contabile». L'articolo compiacente è di Giuseppe Lo Bianco, molto amico anche di Antonello Montante, in carcere per eccesso di antimafia. Peccato che Lo Bianco, in ansia per la situazione di rischio di Ingroia rimasto senza scorta, abbia dimenticato che la Guardia di Finanza il 15 marzo 2018 ha sequestrato all'ex magistrato 151mila euro nell'ambito dell'inchiesta in cui è indagato per peculato. Si tratta di un sequestro disposto dal gip su richiesta dei magistrati della Procura, ex colleghi di Ingroia. Secondo l'accusa, proprio quando era amministratore unico di Sicilia e Servizi, Ingroia avrebbe percepito indebitamente rimborsi per spese di viaggio e per ristoranti e alberghi di lusso per 34mila euro e si sarebbe liquidato un'indennità di risultato da 117mila euro, sproporzionata rispetto agli utili realizzati dalla società. Queste accuse non sono cadute. Non basterà, come attenuante, se non ai miei occhi, la bella fidanzata argentina a scagionarlo.
La vanità e l'amore per una donna non giustificano soggiorni e cene a «Villa Igiea», dove Ingroia salda il conto del 30 giugno 2014 con 2.275,40 euro, il primo ottobre con 1.657, il 15 ottobre con 1.687 euro. E, due settimane dopo, addirittura con 3.949 euro. L'amore si paga. Ma a proprie spese.
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