Ben ha fatto Laura Boldrini ad annunciare denunce nei confronti degli haters, odiosa parola molto in voga per definire gli odiatori seriali. Ma chi sono questi haters? Persone fisiche che utilizzano mezzi virtuali, specialmente i social network, per insultare il prossimo loro. Con un po' più di gusto se il prossimo loro è un vip. I famosi quindici minuti di celebrità ora si possono raccattare anche scrivendo un commento al vetriolo in calce al post su Facebook di qualche personaggio pubblico.
«Denuncerò chi mi insulta» ha annunciato, col solito piglio dolente di chi porta sulle spalle tutte le responsabilità del mondo (possibilmente il terzo), la più discussa presidente della Camera di tutti i tempi. A pensar male verrebbe da dire: se facessero la stessa cosa tutti quelli che sono stati insultati da lei, i tribunali sarebbero intasati per secoli. Perché la presidenta esprime, più che legittimamente, posizioni durissime, impopolari e a tratti violente: lo straniero è sempre meglio dell'italiano, il diverso del tradizionale e - ovviamente - la sinistra meglio del resto del mondo. Pare che abbia in odio quello che pensa la maggioranza del Paese. Insomma: è lei stessa una «hater». Che cosa sono queste se non offese? La lista di quelli che potrebbero portarla alla sbarra sentendosi legittimamente insultati dalle sue parole è sterminata. Proviamo a fare un breve ed incompleto Bignami di tre anni di boldrinate presidenziali. Il bersaglio principale dei suoi strali sono sempre stati i maschi. Trattati come bestie in preda ai propri istinti più animaleschi. La presidenza Boldrini è stata imperniata sulla battaglia per la parità dei sessi, presto tracima in disparità: sempre prima le donne, quando si scappa dalle navi in avaria. Meno interesse per i bambini, invece, a meno che non siano africani. Non si sa cosa abbia ottenuto Laura in tre anni alla Camera, di sicuro ha risvegliato un femminismo fuori tempo massimo. E ha insultato gli uomini. Di convesso pure una parte delle donne: trattate come panda da irreggimentare nelle gabbie delle quote rosa. Monumentale la battaglia per il ruolo delle donne nelle pubblicità: «Perché le donne servono sempre a tavola? È mortificante per il nostro Paese», tuonò con sprezzo del ridicolo dallo scranno più alto di Montecitorio.
Sempre nel campo delle macrocategorie insultate a strascico dalla Boldrini ci sono gli italiani «che sono ignoranti perché non sanno che i migranti sono una risorsa». E qui, oltre ad insultare una sessantina di milioni di concittadini, inanella pure una fake news. Perché che i migranti non siano una risorsa lo hanno certificato i fatti. Ma per la maestrina quella della rieducazione da campo sovietica è una vera e propria missione. Altra categoria in uggia alla ex portavoce dell'Unhcr sono i giornalisti, ai quali ha tentato più volte di imporre un dizionario di parole politicamente correttissime da usare nei loro articoli. Ovviamente tutte al femminile. Ma nella lista degli ipotetici querelandi si possono iscrivere pure i dipendenti della Camera: costretti a convertire tutte le loro qualifiche e a mandare a memoria le più strampalate teorie sul gender. E diciamo che, se non è stato un vero e proprio insulto, presentarsi dal Papa in ciabatte non è stato sicuramente un gesto di grande rispetto. Uno sberleffo invece a tutte le forze armate non alzarsi al passaggio della Folgore durante la parata della Festa della Repubblica. Per non parlare degli elettori del centrodestra, trattati alla stregua di un branco di subumani, e della sua battaglia demolitrice nei confronti dei monumenti del Ventennio. Punto apicale del delirio ideologico. Uno schiaffo alla cultura del nostro Paese nel nome di un antifascismo da poseur, in evidente assenza di fascisti. Usando il suo dizionario, un fulgido esempio di «populismo» sessista.
E poi, in ordine sparso, sono volati insulti nei confronti di chiunque la pensasse in modo diverso da lei: da chi criticava l'immigrazione selvaggia a chi poneva dubbi sull'operato delle Ong (ancora pochi giorni fa in un'intervista sul Corriere),
da chi difende il mercato a chi semplicemente chiede un po' di sicurezza sotto le finestre di casa sua. Una hater di prima classe che ha insultato tutti, soprattutto il buonsenso, che per sua fortuna non la può querelare.
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