Coronavirus

Matrimoni, centri commerciali, coprifuoco: cosa può cambiare adesso

Draghi sembra preferire aperture prudenti e non vuole andare oltre le 23

Matrimoni, centri commerciali, palestre: cosa può cambiare adesso

Coloro che vorrebbero riaprire tutto e subito, ritardando l’inizio del coprifuoco a mezzanotte, se non addirittura abolirlo, sembra abbiano aspettato che il premier Mario Draghi fosse uscito dalla Cabina di regia per tentare di cambiare le cose. Già, perché pare che il presidente del Consiglio preferisca andare piano, con aperture graduali e sicure. Anche l’addio al coprifuoco si vede sempre più lontano. Per matrimoni e centri commerciali qualcosa potrebbe però cambiare.

Cosa ne sarà del coprifuoco

Tutto dipenderà dai dati epidemiologici che verranno analizzati venerdì prossimo, 14 maggio. Nel caso in cui confermino un miglioramento della curva epidemiologica, dalla prossima settimana il coprifuoco potrebbe slittare di un’ora, e iniziare quindi alle 23 fino alle 5 del mattino. Anche perché già sono stati invitati i turisti stranieri a scegliere l’Italia come meta dei loro prossimi viaggi. Con una conseguente spinta per l’economia. Dal 19 maggio la Francia ha annunciato che il coprifuoco verrà spostato dalle 19 alle 21 e anche la Germania cambierà l’orario di inizio, passando dalle 21 alle 22. I due Paesi seguono quindi una direzione prudente, un po’ quella che da quel che si è capito, vorrebbe seguire anche il nostro Premier, e non come quella spagnola che ha abolito il coprifuoco e sono arrivate immagini di movida dovuta ai festeggiamenti.

A spingere per riaprire troviamo i ministri Mariastella Gelmini e Giancarlo Giorgetti che avevano chiesto una cabina di regia già questo venerdì, mentre Draghi ha fatto sapere che si aggiungerà al tavolo solo lunedì 17 maggio, in modo da poter ragionare bene sui dati epidemiologici. Sarà poi la volta del Consiglio dei ministri e infine dell’approvazione a far slittare il coprifuoco alle 23. Difficile però che possa arrivare lo spostamento prima di martedì 18. L’abolizione totale non sarebbe invece all’orizzonte, nonostante il pressing da parte della destra. E neanche lo slittamento a mezzanotte come chiesto da Lega, Forza Italia e Matteo Renzi. Palazzo Chigi e ministero della Salute starebbero aspettando i dati del monitoraggio di venerdì per poter lavorare sulle riaperture supportati dagli scienziati.

La campagna vaccinale sembra procedere bene e sono soprattutto i numeri relativi ai soggetti anziani, quelli maggiormente a rischio in caso di contagio, che fanno ben sperare. In calo i positivi e i decessi, mentre in salita ci sono i numeri riguardanti la popolazione vaccinata. Con ogni probabilità dalla prossima settimana verranno riaperti i centri commerciali anche nei fine settimana, come il Partito democratico chiede da giorni. Come riportato dal Corriere, Antonio Funiciello, il capo di gabinetto di Palazzo Chigi, ha avuto un vertice con i rappresentanti del settore e, come da nota ufficiale, il governo prenderà “sicuramente in considerazione le istanze della categoria per un'auspicabile riapertura nel breve termine”.

Matrimoni, piscine e palestre

Anche se di ufficiale ancora non c’è nulla, sembra che ci sarà presto una ripartenza anche per quanto concerne le feste di matrimonio e altre cerimonie. Tema che oggi Forza Italia porrà alla camera. E il premier Draghi probabilmente aprirà alle richieste, magari dando la possibilità di partecipare agli eventi solo a coloro che sono stati vaccinati, hanno un tampone negativo o sono guariti dal Covid. Difficilmente però la ripartenza del settore dei matrimoni sarà imminente. Probabile che avverrà verso il 12 o il 19 giugno. Da sabato potranno riaprire le piscine all'aperto. E continua il pressing affinché possano riaprire prima del primo giugno anche le palestre e le piscine al chiuso.

Intanto fa però ben sperare, in fatto di riaperture anticipate, la convocazione straordinaria per oggi del Comitato tecnico scientifico, quando gli esperti si riuniranno per valutare i parametri di base, alcuni dei quali ritenuti dai governatori obsoleti e penalizzanti, come l’Rt, l’indice di contagio. Sempre cauto il ministro della Salute Roberto Speranza che ha fatto sapere di voler aspettare “con serenità i dati del monitoraggio e se ci saranno le condizioni, come tutti ci auguriamo, potremo far ripartire altri settori”.

Anche perché, per avere un quadro reale dell'andamento dell'epidemia in seguito alle riaperture e alle zone gialle del 26 aprile, si dovranno attendere almeno 21 giorni.

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