"Da chi ha ottenuto negli anni un ruolo comunque istituzionale ci aspetteremmo più senso di responsabilità e più cautela nel farsi portavoce di denunce così pesanti e, dato il contesto, così strumentalizzabili". Lo scrive in una nota Pietro Di Lorenzo, segretario generale provinciale di Torino del Siap, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato.
Il riferimento è al rapporto di Amnesty International Hotspot Italia: come le politiche dell'unione europea portano a violazioni dei diritti di rifugiati e migranti pubblicato ieri. Nel dossier si denunciano diversi casi di violenze su migranti. Tra questi quello di Ishaq ("sono state rimosse con attenzione - precisa l'organizzazione - le informazioni che potessero rivelare l'identità dei singoli rifugiati, richiedenti asilo e migranti, per rispettare la loro riservatezza e non pregiudicare la loro sicurezza personale o procedure d'asilo in corso") che ha affermato di essere stato umiliato sessualmente da agenti di polizia in un ufficio della stazione ferroviaria di Torino.
Prima, ha detto, la polizia ha portato il gruppo in una stanza. "Ci hanno fatto spogliare - è il racconto - completamente nudi. I poliziotti hanno cominciato a ridere. Mi hanno preso per le braccia e le gambe, uno per ogni arto. Una quinta persona mi ha tirato verso il basso per il pene fino a farmi sedere. A quel punto un'agente mi ha fatto la foto, mentre un'altra mi ha girato la testa per guardare verso la macchina fotografica. Poi sono riusciti a forzarmi a mettere le mani sulla macchina per le impronte digitali. Per due giorni mi è uscito sangue ogni volta che facevo pipì".
"Le accuse - dice Di Lorenzo - circa pestaggi, violenze e abusi attribuite anche ai poliziotti di Torino sono gravi perché, essendo prive di riscontri, gettano un marchio di infamia sugli operatori delle forze di Polizia che da moltissimi anni operano tra mille difficoltà in questo ambito".
"Sulle forze di polizia - continua - è stato scaricato un problema mondiale, epocale e di cui tutta Europa se ne lava le mani. Non ci stiamo, in questa ondata mediatico-emotiva, a vedere descritti i colleghi che operano nell'accoglienza e nella gestione del fenomeno come violenti carnefici. Le accuse sono talmente gravi e incredibili, soprattutto in riferimento all'utilizzo generalizzato di dotazioni inesistenti quali manganelli elettrici, che non possiamo limitarci soltanto al rifiuto o allo sdegno".
"È stato artatamente rappresentato - aggiunge Di Lorenzo - un quadro degno del Cile di Pinochet che non può essere tollerato e/o interpretato come legittimo diritto di critica al sistema accoglienza e gestione migranti. A tutti i poliziotti impiegati da anni in questo improbo compito, senza adeguata prevenzione sanitaria e dotazione strumentale idonea, andrebbe attribuito il Nobel per la pace, altro che l'onta di dover subire accuse inammissibili".
"Le donne e gli uomini - continua - della polizia di Stato a Torino, come in tutta Italia, soccorrono, aiutano e assistono i migranti in ogni fase e pagano di tasca propria generi alimentari e di conforto, quali giocattoli e pannolini per bambini e assorbenti per le donne, ogni qualvolta se ne verifica la necessità senza aver mai avuto in cambio null'altro che il sorriso della persona assistita. La nostra è una missione, con annesse e connessi, ma non acceteremo mai in silenzio che ci sia chi, per pregiudizio ideologico o sporco calcolo economico, offenda l'onore professionale e personale di migliaia di donne e uomini della polizia di Stato".
"Quanto riportato nel rapporto - prosegue - per ammissione privo di qualsivoglia riscontro, è di una gravità inaudita anche per le ripercussioni che ha nell'opinione pubblica italiana e internazionale.
Non abbiamo alcun dubbio: presenteremo - conclude il sindacalista - una articolata querela alla Procura della Repubblica di Torino in merito ai passaggi contenenti accuse ai poliziotti di questo capoluogo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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