Monsignor Livi: "Pontificato divisivo, Chiesa è allo sbando"

Monsignor Livi, intervistato da La Fede Quotidiana, parla di "pontificato divisivo" e "Chiesa allo sbando per chi si lascia sbandare". Ancora polemiche per la "correzione filiale"

Monsignor Livi: "Pontificato divisivo, Chiesa è allo sbando"

Monsignor Livi alza il tiro sulle presunte eresie di Bergoglio. Il sacerdote è un filosofo metafisico molto conosciuto e decano della dottrina cattolica contemporanea, è uno dei firmatari della "correzione filiale" a Papa Francesco diffusa in questi giorni da siti tradizionalisti. Nelle ultime ore, poi, il numero di coloro che hanno sottoscritto il documento è salito a 68. L'esortazione apostolica Amoris Laetitia, giudicata da molti come il canovaccio centrale della dottrina di questo Pontificato e già sottoposta ai "Dubia" di quattro Cardinali, non smette di far parlare di sè. E Monsignor Livi, intervistato da La Fede Quotidiana, ha rilanciato sul tema: " Il nostro intento è richiamare il Pontefice affinché non dia voce e autorevolezza a teologi eretici che ormai lo circondano e che hanno influenza su di lui", sottolinea il teologo di fama internazionale, che aggiunge: "Penso al cardinal Kasper o ad esponenti della Conferenza episcopale tedesca ed argentina. Il modo di agire del Papa è deleterio. Abbiamo diritto alla chiarezza e alla parola certa su temi tanto delicati". Monsignor Livi, con ogni probabilità, quando si riferisce al "modo di fare", critica la mancata risposta a quelle che furono le perplessità sull'esortazione sollevate da Caffarra, Meisner, Burke e Brandmüller. Dalle parole di Livi non emerge, dunque, una vera e propria interpretazione in chiave eretica degli assunti del Papa, bensì una generale preoccupazione per alcune derive che sarebbero state prese da quella parte del mondo cattolico che Livi definisce come circondante Bergoglio. E una presunta tendenza del Papa a far dire ad altri determinate affermazioni.

Specifica, infatti, Monsignor Livi riferendosi a Papa Francesco: "Lui non è personalmente e formalmente in eresia, non ne ha dette in modo palese. Lui non proclama cose che risultino eretiche, però le fa dire agli altri senza correggerle o smentirle, pertanto avallandole", poi l'accusa più forte:"Penso che sia quantomeno un peccato contro la prudenza ed è una prassi pastorale dannosa. Noi cerchiamo di farlo ravvedere sia nella prassi sia nella dottrina che risente negativamente del modernismo. Questa iniziativa è doverosa". Ma Monsignor Livi non si limita a queste affermazioni; rispondendo ad una domanda sullo stato di salute della Chiesa, il teologo afferma:"Allo sbando, in confusione, ma lo è solo per chi si lascia sbandare. La fede non sta nelle parole di Bergoglio e dei pontefici in generale, loro non inventano nulla. Tutto è presente nella Scrittura, nella Tradizione e nel Catechismo". La finalità reale della correzione, allora, sarebbe quella di proteggere Papa Bergoglio da chi starebbe facendo pericolosamente virare la dottrina cattolica verso il modernismo. Ma le parole tramite cui Livi giudica questo pontificato, infine, non possono giornalisticamente non essere riprese: "Questo pontificato risulta divisivo e genera confusione. Ci sono preti e vescovi che dissentono e penso per esempio agli episcopati degli Usa o della Polonia che in tanti esponenti sono critici e non condividono".

Dichiarazioni forti, che sottolinenano come all'interno della Chiesa, questo pontificato faccia quantomeno discutere. Dal Vaticano hanno spesso consigliato di non credere a chi racconta una Chiesa divisa, ma adesso anche alcuni sacerdoti pare abbiano cominciato ad utilizzare una narrativa poco unificante.

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