Il cardinale Gherard Muller - intervistato da Massimo Franco - ha svelato l'intenzione di alcuni di creare un fronda antibergoglio: "C’è un fronte dei gruppi tradizionalisti, così come dei progressisti, che vorrebbe vedermi a capo di un movimento contro il Papa", ha detto l' ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. "Ma io non lo farò mai", ha specificato. E ancora: "Ho servito con amore la Chiesa per 40 anni da prete, 16 anni da cattedratico della teologia dogmatica e 10 anni da vescovo diocesano. Credo nell’unità della Chiesa e non concedo a nessuno di strumentalizzare le mie esperienze negative degli ultimi mesi ". Il teologo tedesco - insomma - non è disponibile ad alimentare le divisioni, ma segnala come stia prendendo piede la possibilità di una frattura concreta: "Le autorità della Chiesa, però, devono ascoltare chi ha delle domande serie o dei reclami giusti; non ignorarlo o, peggio, umiliarlo. Altrimenti, senza volerlo, può aumentare il rischio di una lenta separazione che potrebbe sfociare in uno scisma di una parte del mondo cattolico, disorientato e deluso. La storia dello scisma protestante di Martin Lutero di cinquecento anni fa dovrebbe insegnarci soprattutto quali sbagli evitare". Il cardinale sembra riferirsi - neppure troppo velatamente - alla mancata risposta di Papa Bergoglio ai "dubia" sollevati da quattro cardinali su "Amoris Laetitia" ormai un anno fa: Caffarra e Meisner - nel frattempo - sono deceduti, Burke e Brandmuller attendono ancora chiarimenti.
Muller non è tra i firmatari del documento citato, ma ha più volte manifestato preoccupazioni e critiche nei confronti dei "metodi" introdotti in Vaticano dall'elezione al soglio pontificio di Bergoglio in poi. Considerato un uomo di Chiesa vicino a Ratzinger, il cardinale nativo di Magonza non è stato confermato alla guida della Congregazione di cui era prefetto. Dopo un primo quinquennio nel ruolo che fu di Benedetto XVI - infatti - il cardinale è stato sostituito dall'arcivescovo spagnolo Ladaria. Questo - naturalmente - ha contribuito ad alimentare le voci di quella disgregazione che le rivelazioni di oggi sembrerebbero non smentire:"Credo che i cardinali che hanno espresso dei dubbi sull’Amoris Laetitia, o i 62 firmatari di una lettera di critiche anche eccessive al Papa vadano ascoltati, non liquidati come "farisei" o persone brontolone. L’unico modo per uscire da questa situazione è un dialogo chiaro e schietto. Invece ho l’impressione che nel "cerchio magico" del Papa ci sia chi si preoccupa soprattutto di fare la spia su presunti avversari, così impedendo una discussione aperta ed equilibrata". I collaboratori di Bergoglio - insomma - starebbero contribuendo a dividere la Chiesa, facendo fatica ad "analizzare i problemi" e privilegiando le "risposte organizzative, politiche e diplomatiche" rispetto a quelle "teologiche e spirituali".
Uno degli uomini dottrinalmente più contigui al Papa Emerito inquadra la situazione, poi, mettendo anche in risalto alcune discusse simpatie politiche del Papa: "Papa Francesco è molto popolare, e questo è un bene. Ma la gente non partecipa più ai Sacramenti. E la sua popolarità tra i non cattolici che lo citano con entusiasmo, non cambia purtroppo le loro false convinzioni. Emma Bonino, per esempio, loda il Papa ma resta ferma sulle sue posizioni in tema di aborto che il Papa condanna". Bergoglio - sarà bene ricordare - aveva lodato Emma Bonino inserendola tra i "grandi dell'Italia di oggi".
Il cardinale Mueller non è disposto a capeggiare la fronda degli antibergoglio e si dichiara fedele al Papa, ma le parole pubblicate oggi sanciscono l'esistenza di un frazionamento interno che è spesso stato negato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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