Lo scorso maggio la giunta grillina aveva annunciato la fine dell’era dei campi rom con la presentazione di un piano ambizioso per la chiusura dei principali insediamenti della Capitale. Ma a distanza di mesi la road map messa a punto dal Campidoglio ancora non sembra aver dato i frutti sperati.
Nonostante il sostegno economico offerto agli abitanti delle baraccopoli per trovare una sistemazione alternativa ai container, infatti, le famiglie nomadi che sono riuscite a trovare una casa in affitto si contano sulle dita di una mano. Così il Camping River di via Tiberina, che secondo i piani del Comune pentastellato doveva essere il primo a chiudere i battenti lo scorso 30 settembre, si è trasformato nell’ennesimo insediamento abusivo. Da tre mesi, infatti, circa 400 persone, tra cui decine di bambini, continuano ad occupare le roulotte nonostante la decisione di Palazzo Senatorio di interrompere alcuni servizi essenziali e di non rinnovare il contratto con la cooperativa Isola Verde, che per 12 anni è stata incaricata tramite affidamento diretto della gestione del campo.
Una situazione di stallo che il Campidoglio fatica a sbloccare. Tant'è che lo scorso novembre era stata la stessa sindaca di Roma, Virginia Raggi, a prendere tempo, evidenziando le difficoltà delle operazioni di chiusura delle baraccopoli, e a chiedere ai rom di collaborare. Nel frattempo, però, il 2017 si è chiuso senza alcun progresso significativo. Così per uscire dall’impasse ed evitare l’ennesima figuraccia ora il Comune starebbe pensando ad offrire ai nomadi un biglietto di sola andata per il proprio Paese d’origine. È questa, secondo quanto rivela Lorenzo De Cicco sulle colonne de Il Messaggero, l'exit strategy presa in considerazione dai dirigenti di Roma Capitale e della Polizia Locale in alcuni incontri sul tema.
Secondo il quotidiano romano, per tenere fede alla promessa dello sgombero e convincere i rom a lasciare le baracche, il Campidoglio sarebbe disposto a mettere sul piatto fino a 10mila euro a famiglia. Una cifra che servirà a pagare il volo di ritorno nelle rispettive città d’origine e l’affitto di un alloggio in loco per un arco di tempo di due anni. In Romania, ad esempio, scrive Il Messaggero, il canone di affitto mensile di un appartamento è pari a circa 150 euro. Per i nomadi del Camping River, che sono in maggioranza romeni, il Comune potrebbe prevedere, quindi, un contributo economico di circa 3600 euro a famiglia.
La soluzione dei rimpatri sarebbe stata già messa nero su bianco in una delibera votata dalla giunta, e verrà finanziata con le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea tramite il Piano Operativo per la Città Metropolitana (Pon) per l’integrazione dei Rom, Sinti e Caminanti.L’opposizione in Aula Giulio Cesare, però, insorge e parla di “follia grillina”. È così che Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio apostrofa l’operazione. “Il sindaco Raggi ha pensato bene, invece di smantellare i campi, di dare loro un bell'assegno di 10 mila euro oppure un biglietto aereo più l'affitto per un paio di anni nel paese di origine, sempre sulle spalle dei romani costretti a convivere con i villaggi ancora in piedi tra cui il Camping River, La Barbuta e La Monachina”, attacca in una nota il consigliere comunale.
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