Torino, il neonato gettato dal balcone era nato da una relazione extraconiugale

Svolta nelle indagini sulla morte del neonato trovato agonizzante in strada. Dall'analisi del dna la svolta sulla madre: il figlio concepito da una relazione extraconiugale

Torino, il neonato gettato dal balcone era nato da una relazione extraconiugale

Svolta nelle indagini sulla morte del neonato trovato agonizzante in strada lo scorso 30 maggio a Settimo Torinese e morto poco dopo il ricovero in ospedale a Torino. L'esame del dna disposto dalla procura di Ivrea sul corpicino ha confermato che il padre del bimbo non è il convivente della madre che si trova attualmente in carcere alle Vallette di Torino con l'accusa di omicidio aggravato perché ritenuta responsabile della morte del bambino poco dopo averlo messo al mondo.

"Non pensavo di essere incinta perché avevo il ciclo mestruale. Mi sono svegliata all'alba, ho capito che era nato un bambino ma non so cosa sia successo dopo al bimbo". Dagli esami ginecologici, che erano stati eseguiti il giorno dopo il ritrovamento del corpicino del neonato (guarda il video), era subito emerso che la donna aveva avuto un parto autogestito. Lei stessa, dopo le prime versione contrastanti raccolte di carabinieri, aveva ammesso le proprie colpe: "Ho lanciato il mio bambino, appena partorito, dal balcone di casa". La svolta nelle indagini è, però, arrivata oggi quando dall'esame del dna eseguito sul cadavere del piccolo, chiamato Giovanni dai medici del Regina Margherita, che hanno tentato invano di salvarlo, è emerso che il compagno della donna non è il padre del bebè.

L'uomo, che come la mamma non ha mai voluto riconoscere il neonato, è scoppiato a piangere quando gli inquirenti gli hanno comunicato il responso dell'esame genetico. Ieri è stato a lungo interrogato dagli investigatori a cui avrebbe fornito una versione dei fatti che è stata definita "credibile". Per il momento, dunque, la sua posizione non muta. Tanto che resta nell'inchiesta solo in qualità di testimone. Al momento la donna si trova nel carcere di Torino ed è accusata di omicidio aggravato. Ha ammesso di aver partorito, da sola, in bagno, ma non ricorda nulla su tutto quello che è avvenuto dopo.

"Dagli interrogatori - aveva spiegato il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando - è emersa un'apparente normalità e tranquillità della donna che dopo aver partorito, all'alba di ieri come lei stessa ha ammesso, si fosse sbarazzata del bambino e poi abbia accompagnato l'altra figlia all'asilo - aveva, quindi, concluso Fernando - un rientro alla normalità davvero particolare". Secondo l'autopsia, le ferite riscontrate sul corpo del piccolo sarebbero compatibili con un lancio dal balcone.

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