Chi non pensa di «Usare il cervello»? Eppure un libro di Gianvito Martino e Marco Pivato (La nave di Teseo) ci fa riflettere sui limiti di quell'uso. «Prendere una decisione vuol dire scegliere tra varie opzioni possibili e, anche se tutti i giorni ci capita di scegliere, spesso, purtroppo, ci pentiamo o non ci sappiamo spiegare perché abbiamo scelto di comportarci in un certo modo invece che in un altro». Ma l'obiettivo degli autori è indagare su ciò che la scienza può insegnare alla politica, con un'alta considerazione della memoria dalla quale dipende la nostra identità, il nostro essere, il nostro comportamento.
Attraverso la memoria noi siamo in grado di misurarci con la realtà, ci salva dall'errore affiancando un'esperienza vissuta a una esperienza nuova. Martino e Pivato indirizzano la nostra memoria a ciò che siamo stati: «L'avvento del Rinascimento ha lasciato in dote al nostro Paese un florido albero genealogico di menti che hanno cambiato la storia nostra e del mondo, a partire da Galileo Galilei fino ai fisici della scuola italiana come Enrico Fermi...».
In virtù di questa «memoria» di quando l'Italia era grande concludono e consigliano: «Una politica che si limiti alla distribuzione della ricchezza, secondo il proprio orientamento di pensiero, è una politica fallimentare. Diversamente, crediamo che i governi dovrebbero innanzitutto essere messi in grado di produrre ricchezza, prima di pensare a come distribuirla».
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